In questi mesi potrebbe
iniziare un burrascoso cambiamento per la zona di Castello/Rifredi.
Preceduta da manovre per nulla trasparenti e un modus operandi
strisciante che rimanda ai momenti piu’ bassi dell’amministrazione
fiorentina, potrebbe prendere il via la cementificazione dell’ex
Cerdec e dell’area dell’ex Star Color. Si tratta in totale di quasi
10 mila metri quadri di terreno.
Senza che quasi nessuno
ne fosse al corrente, tantomeno gli abitanti vicini, la concessione
edilizia sull’ex Cerdec ha quasi terminato il proprio iter. La
cooperativa edilizia Castello potrebbe iniziare i lavori tra breve.
Non meno nell’ombra,
l’Unica immobiliare, ha ricevuto il via libera per la bonifica
dell’ex Star Color, terreno che in parte “ospita” il centro
sociale NextEmerson.
Entrambe le notizie sono
passate totalmente sotto silenzio: la prima resa nota
dall’osservatorio di Castello, la seconda da noi del centro sociale.
Onestamente non ci sembra
un buon inizio per i progetti di partecipazione e coinvolgimento
tanto decantati dalla giunta Renzi. I costrutturi decidono,
l’amministrazione acconsente, e noi possiamo fare cenno di sì con la
testa a giochi ormai conclusi. Era esattamente quanto accadeva con la
giunta precedente. Si tratta di un modello di partecipazione quasi
televisivo: si può stare seduti sul divano di casa a guardare fuori
dalla finestra le centinaia di migliaia di tonnellate di cemento che
ricopriranno Castello.
Le richieste di una
piazza per il quartiere sull’area ex Cerdec per ora sono cadute
inascoltate dall’amministrazione, andando a realizzare nei fatti le
tendenze all’urbanizzazione selvaggia, che ricordiamo, hanno
determinato il terremoto giudiziario e il conseguente collasso della
giunta Domenici.
Sull’area dell’ex star
color ci dilungheremo un poco di più, poichè direttamente coinvolti
in qualità di occupanti di uno dei tre capannoni.
Proprio in questi giorni
la proprietà, l’Unica immobiliare, ha ricevuto il via libera per i
lavori relativi alla bonifica dell’area. Ovvio che non siamo contrari
alla bonifica dei siti inquinati, ma pensiamo di non sbagliare nel
credere che quest’ultima verrà utilizzata strumentalmente per
richiedere lo sgombero del centro sociale, la demolizione dell’area,
quindi il cambio di destinazione d’uso e la successiva
cementificazione.
L’operazione compiuta
dall’Unica su via di Bellagio ha tutte le caratteristiche della
classica manovra speculativa: il terreno è stato acquistato a poco
prezzo a seguito di un fallimento, ma l’area a ridosso del parco
delle colline è soggetta ad un vincolo che ne impedisce il cambio di
destinazione d’uso.
L’Unica attende dunque
che qualche gioco di favori, o la pressione degli interessi dei
costruttori sulla giunta, sblocchino la situazione e spianino la
strada all’inizio della cementificazione.
Nelle aree che da
industriali dovessero passare ad uso residenziale si dovrebbe
certificare che non siano rimasti residui inquinanti. Ecco perchè
l’Unica si scopre improvvisamente paladina dell’ambiente: questa
certificazione sarebbe un primo passo per poter richiedere il cambio
di destinazione d’uso, o comunque contribuirebbe ad innalzare il
valore del terreno. Se poi la bonifica dovesse, guarda caso,
comportare la demolizione e il conseguente sgombero del NextEmerson,
tanto meglio. L’ex star color di appresta insomma a seguire lo stesso
iter della Cerdec.
Al contrario dell’Unica,
della Cooperativa edilizia Castello, che da imprese fanno i propri
interessi, e dell’amministrazione fiorentina, che si crogiola nei
giochi di potere e di palazzo, in questi anni il csa ha cercato di
divenire uno spazio pubblico aperto alle iniziative di chi condivida
quei valori di base sui quali la nostra esperienza si fonda:
l’autogestione, il rifiuto della mercificazione della cultura e del
tempo libero, l’ecologismo, l’antifascismo, l’antisessismo e
l’antirazzismo. In quanto spazio aperto alla sperimentazione, non
paralizzato dalla burocrazia o incatenato alla logica del soldo, il
nEXt Emerson viene attraversato da molte esperienze, dalla palestra
al corso di tango, i concerti, le presentazioni di libri, il teatro,
l’officina, i laboratori di autocostruzione, riuso e riciclo, il
mercatino del biologico, e mille altre piccole situazioni che
quotidianamente vivono questi spazi. Tutto questo è stato realizzato
in un’ottica mutualistica e volontaria, senza chiedere alcun
finanziamento pubblico. Il tessuto sociale che gravita attorno al
nEXt Emerson, le centinaia e a volte le migliaia di persone che ogni
mese ne fanno una realtà viva rischiano però di essere di nuovo
private di questa piazza ideale posta ai margini di firenze, in un
quartiere che è diventato suo malgrado simbolo della speculazione
edilizia e della malafede dell’amministrazione.
Difendiamo
Castello dalle speculazioni, costruiamo spazi pubblici e autogestiti!