Formigli interrogato per l’ inchiesta Castello
franca selvatici
L’ ex capogruppo del Pd in Palazzo Vecchio Alberto Formigli è stato sentito come testimone dai magistrati che coordinano l’ inchiesta sull’ area di Castello. E’ accaduto diverso tempo fa ma si è saputo soltanto adesso. Formigli non vuole parlarne, sostiene di essere vincolato al segreto. La cosa certa è che è stato sentito in relazione a una conversazione intercettata il 29 gennaio 2008 fra lui e l’ ex assessore all’ urbanistica Gianni Biagi. Quest’ ultimo gli spiegava la soluzione che si andava profilando per i 160 ettari di proprietà di Fondiaria Sai del gruppo Ligresti. Regione e Provincia avrebbero comprato i terreni su cui costruire le loro sedi e un complesso scolastico, la volumetria privata sarebbe rimasta inalterata, quella pubblica sarebbe aumentata di 65 mila metri cubi. «Scusa, tutta questa roba dove la mettono?», chiede Formigli, che è geometra, progettista e fondatore della società Quadra (oggetto di un’ altra inchiesta penale). E Biagi: «Non ci sono problemi, Alberto, lì ce n’ entra anche di più, non è quello, abbiamo già fatto le verifiche, ci sta tranquillamente». Al che Formigli: «Ricordati che io voglio 10 ettari». Biagi: «Quello si vede dopo, raga, sennò… Il problema è che lì c’ è una questione collegata… perché con gli oneri di urbanizzazione che si è aumentato loro ci fanno anche il parco… tutto… se poi noi gli si dice: "Da una parte il parco non ce lo fate, datecelo, ci si fa le case", si discuterà dopo… io questa cosa non la vorrei mettere in discussione perché sennò si riblocca tutto un’ altra volta». Per la procura e per il gip quella era una conferma che in realtà il parco di 80 ettari che avrebbe dovuto qualificare l’ intera nuova urbanizzazione non importava poi tanto ed era destinato ad essere rosicchiato in parte o tutto dal cemento. Tutto, se fosse passato il progetto di cittadella dello sport proposto mesi dopo da Diego Della Valle. L’ intercettazione è stata pubblicata il 27 novembre scorso. Il giorno successivo in Palazzo Vecchio Formigli, circondato dai colleghi di gruppo, spiegò: «Quei 10 ettari? Non li ho chiesti certo per me, vogliamo destinarli alle case popolari perché questo è un problema emergente della città». Il che è verissimo, perché ne sono state costruite poche in questi anni. «Niente di strano, tutti noi rivendichiamo quei 10 ettari per le case popolari, se questo è un reato allora ci autodenunciamo», aggiunse Titta Meucci. I magistrati, incuriositi, convocarono immediatamente Formigli in procura come testimone. Che cosa abbia detto l’ ex capogruppo del Pd non si sa. Lui non vuole parlarne. Sembra però che il progetto di costruire case popolari in quei dieci ettari di parco così vigorosamente rivendicati sia risultato tutt’ altro che chiaro e distinto. (f.s.)