Casamonti, tre ore davanti al gip ‘Volevo progettare belle opere’
FRANCA SELVATICI
«Volevo progettare belle opere». Così l’ architetto Marco Casamonti, indagato anche nell’ inchiesta Castello, durante l’ interrogatorio a cui è stato sottoposto dopo essere stato arrestato per turbativa d’ asta a Terranuova Bracciolini. Tre ore davanti al Gip, l’ architetto ha risposto alle domande. E il magistrato gli ha concesso gli arresti domiciliari. L’ architetto Marco Casamonti, arrestato giovedì sera per turbativa d’ asta aggravata nella gara per la ristrutturazione degli ex Macelli a Terranuova Bracciolini, ha ottenuto nel pomeriggio di ieri gli arresti domiciliari dopo un interrogatorio durato tre ore davanti al gip Rosario Lupo. Alle undici del mattino, quando è arrivato al secondo piano del tribunale scortato dagli agenti di polizia penitenziaria, l’ architetto Casamonti era visibilmente prostrato. Gli occhi smarriti, i capelli un po’ in disordine, i bei pantaloni di velluto cascanti perché come a tutti i detenuti gli era stata tolta la cintura. Gli avvocati Giuseppe e Mario Taddeucci Sassolini gli hanno fatto coraggio, poi sono entrati con lui nell’ ufficio del giudice Lupo. All’ interrogatorio ha assistito anche il pm Gianni Tei, che coordina le indagini dei Carabinieri del Ros insieme con i colleghi Giuseppina Mione e Giulio Monferini. Marco Casamonti è sotto inchiesta per corruzione nella vicenda dell’ area Fondiaria a Castello, ed è nell’ ambito di quelle indagini che in settembre e ottobre è stato intercettato mentre pilotava la gara di Terranuova Bracciolini. Le conversazioni sono assolutamente esplicite. Casamonti ha chiamato tutti gli studi di progettazione invitati alla gara su sua indicazione e ha chiesto che presentassero offerte al ribasso per consentire la vittoria del collega Pietro Pellegrini di Lucca: «La gara la dovrebbe vincere Pietro, perché poi la facciamo assieme io e Pietro, ma io non posso vincerla perché in questo Comune ho fatto troppi lavori». Tutti accettano: «Ma figurati, lo abbiamo già fatto altre volte per te». Casamonti ringrazia: «A buon rendere». Pellegrini vince e Casamonti commenta: «Pietro, ci mancava che non vincevi il concorso, eh, Dio Buono, scusa, era tutto telecomandato, ci mancava che non vincevi Terranuova». Di fronte al giudice, Casamonti non ha negato l’ evidenza. «I fatti storici sono quelli – hanno spiegato gli avvocati al termine dell’ interrogatorio – ma l’ architetto li ha inquadrati in un contesto di interessi culturali più che economici. L’ obiettivo era creare opere ben fatte. Per gli ex Macelli aveva fatto un bel progetto, non voleva che venisse stravolto». Anche dell’ operazione Fondiaria a Castello l’ architetto ha voluto sottolineare gli aspetti culturali. Era stato l’ assessore Biagi a suggerire il suo nome a Ligresti per la progettazione degli edifici pubblici e poi anche per il coordinamento della progettazione delle costruzioni private. Casamonti ha illustrato al giudice la contrapposizione fra gli interessi di Ligresti, che in quanto imprenditore persegue il fine legittimo di risparmiare, e quelli del Comune di Firenze che invece aveva l’ obiettivo di incrementare le opere a destinazione pubblica all’ interno dell’ area. Al pm Tei ha spiegato l’ attività professionale di Archea, lo studio da lui fondato, nonché le opere progettate, eseguite e in fase di ideazione e i rapporti di lavoro in atto, e ha manifestato la volontà di rispondere a tutte le domande anche se sarà chiamato dai pubblici ministeri. Non è «una gola profonda» – precisano i difensori – ma una persona che crede nel suo lavoro e lo difende: «Il giudice ha compreso che è una persona perbene».