Repubblica 26/06/2010 – Cosa succede zona per zona

Calce e mattoni si potranno usare solo a patto di rispettare una
formula: 80% di case, 20% di altre funzioni, la metà delle quali di
interesse pubblico, verde, asili nido e parcheggi. Niente nuovi maxi
interventi edilizi però, salvo quelli che arrivano dal passato come
Castello e Novoli. Il Piano strutturale di Renzi disegna un futuro
basato prevalentemente su recuperi edilizi e trasformazioni urbane
(sono in ballo 1,2 milioni di metri quadrati) e promette un tetto
bassissimo di nuovi insediamenti. Diversamente dalle previsioni di
crescita dei Comuni limitrofi: dai 49 mila metri quadrati in più di
Fiesole ai 766 mila di Sesto. Obiettivo, favorire la residenza:
favorendo i parcheggi interrati ma anche quelli multipiano,
riutilizzando gli edifici rimasti vuoti in centro e facendo di zone
periferiche ma servite (già oggi o in futuro) dalla tramvia come le
Piagge e Ponte a Greve i nuovi poli abitativi. Da realizzarsi non come
insediamenti nuovi ma come frutto di spostamento di volumi da zone già
"sature" del tessuto storico urbano: un nuovo meccanismo, il cosiddetto
"credito edilizio". Il Piano approvato dalla giunta divide Firenze in
12 "fette" e per ognuna fissa possibilità e criticità di sviluppo.

1- Bolognese-Coverciano.
L’area sarà interessata dai lavori del tunnel sotterraneo est-ovest e
dal prolungamento della linea 2 del tram. Il parco del Mensola sarà
collegato al verde di San Salvi attraverso nuovi percorsi pedociclabili
lungo il fiume e al parco dell’Albereta con una passerella sull’Arno,
Varlungo-Girone.

2- Campo di Marte-Cure.
Diversi i contenitori vuoti o in via di dismissione da trasformare: il
deposito Ataf di viale dei Mille, l’istituto dei ciechi sul viale
Righi, la caserma Perotti, parte dell’area Menarini. Case ma non solo a
San Salvi. Residenze universitarie lungo la Faentina. Parcheggi
interrati per residenti in largo Gennarelli, piazza Cure, via Orcagna.

3- Firenze Sud-Gavinana.
Qui si interrerà il tunnel est-ovest e arriverà la linea 3 del tram
diretta a Bagno a Ripoli. Il parcheggio scambiatore del Pino potrebbe
diventare il nuovo "check point" per bus turistici con "silos"
multipiano. Parcheggi sottoterra per residenti nelle piazze Elia dalla
Costa, Gualfredotto, Ravenna. Caserma Predieri ed ex Enel sul lungarno
Colombo le strutture da recuperare.

4- Piazzale-via Senese. Il
by-pass autostradale forse contribuirà a ridurre il traffico ma per
evitare l’uso improprio dei viali collinari come circonvallazione sud
della città il Piano pensa a una ztl o a un sistema di pedaggio. Al
piazzale Michelangelo si dovrà eliminare la sosta di auto e pullman.

5- Galluzzo-Due Strade.
Niente trasformazioni urbanistiche di rilievo ma parcheggi a iosa: uno
interrato in piazza Acciaioli, uno scambiatore alle Due Strade.

6- Soffiano-Legnaia.
La caserma Lupi di Toscana e la scuola Meucci da recuperare: ma per
quest’area, dove sorgerà il nuovo Torregalli, si prevedono pure nuove
case secondo il principio del trasferimento dei volumi dalle zone
"sature".

7- Mantignano-San Bartolo. Niente
recuperi importanti ma una pista ciclabile lungo la Greve fino a
Scandicci, una passerella di collegamento con le Piagge. Un parcheggio
scambiatore nella zona Talenti-Foggini.

8- Cascine-Leopolda.
La Manifattura Tabacchi come nuovo polo abitativo, forse anche l’ex
Campolmi. Con la linea 4 della tramvia che correrebbe dalla Leopolda
alle Piagge.

9- Pistoiese-Piagge. Nel Piano si parla di una "nuova via delle Piagge" e si indica l’area come idonea ad accogliere nuove case.

10- Rifredi-Castello.
Non si parla di cittadella né di aeroporto ma si prevede la nuova
stazione interrata della Tav. Il Panificio militare e l’area Mercafir
da recuperare.

11- Careggi-Dalmazia. Il polo
universitario di Santa Marta, l’ex Telecom di via Corridoni e l’ex
Meccanotessile da trasformare. Un nuovo sottopasso tra via Vittorio
Emanuele e via Alderotti e un nuovo ponte sul Mugnone all’altezza di
via Crispi per alleggerire il traffico.

12- Centro storico.
Per l’area centrale il Piano punta tutto sulle superfici da recuperare,
modello Murate. Quasi 150 mila metri di quadri di immobili dismessi o
in via di dismissione: caserme, uffici giudiziari, ex sedi Enel o delle
Ferrovie. Prevalentemente ci si faranno case per le giovani coppie. Si
parla di una scala mobile tra il piazzale Montelungo e Santa Maria
Novella attraverso la rampa di Gae Aulenti e di parcheggi pertinenziali
sotto le piazze San Marco, Unità, Tasso, Brunelleschi.

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Repubblica 28/06/2010 – Sveliamo il piano strutturale

Sorpresa. Le linee della tramvia saranno sei. Così almeno rivela la
prima stesura del Piano strutturale, le oltre 200 pagine di
"valutazione integrata intermedia" che il sindaco Matteo Renzi ha
corretto di suo pugno prima di farle approvare dalla giunta. La prima
stesura del primo Piano strutturale di Firenze, perché quello elaborato
dalla precedente giunta Domenici è rimasto nei cassetti, lettera morta.
E adesso Renzi, che scommette di adottare il Piano in autunno, entro
tre mesi dal blocco edilizio della città in vigore il prossimo 24
luglio, cambia tutto. A cominciare proprio dalle linee della tramvia.

 
Accanto
alla linea 1 già in funzione, il Piano conferma la 2: "La linea
portante del sistema che collega Peretola con la stazione dell’Alta
velocità e da qui raggiunge in sotterranea Santa Maria Novella per poi
proseguire verso il centro storico sempre in sotterranea". E dividersi
in piazza della Repubblica in due rami: uno per piazza Santa Croce e
Bagno a Ripoli utilizzando il ponte da Verrazzano e l’altro verso San
Marco e Campo di Marte. Ma non si nascondono i rischi di una simile
impresa: "Il progetto potrà comportare notevoli problematiche per la
tenuta del tunnel di escavazione in terreni dotati di scarse proprietà
fisico-meccaniche". Senza contare i problemi derivanti dalla falda
sottostante.
La linea 3 è quella da tempo prevista tra la stazione e
il complesso ospedaliero di Careggi. La linea 4, l’ultima fin qui
conosciuta, è quella tra Santa Maria Novella, le Cascine e il viadotto
dell’Indiano. La linea 5 sarebbe un "collegamento trasversale tra le
zone di Careggi, Novoli e le Cascine. Mentre la linea 6 "sfrutta la
ferrovia Faentina per un collegamento tra il centro della val di
Mugnone e Campo di Marte".

Un insieme di linee radiali che
secondo il Piano strutturale dovrebbe sposarsi con il futuro "passante
urbano". Di cosa si tratta? La circonvallazione nord, il cosiddetto
"tubone" fra Varlungo, Careggi e Castello previsto dal vecchio Piano,
secondo l’amministrazione Renzi non è efficace. E’ troppo lontano dal
centro e riuscirebbe a sottrarre solo il 10 per cento del traffico dai
viali. Meglio dunque un "passante urbano prevalentemente sotterraneo
che riconnetta il viadotto di Varlungo con viale Guidoni, passando per
Campo Marte, Statuto e Corsica".

Del resto, il Piano lo dice
senza giri di parole: "Il trasporto pubblico su gomma non dispone di
una quantità adeguata di corsie preferenziali, non esiste una
autostazione per il trasporto extraurbano e neppure un sistema
intermodale, dove lasciare l’auto privata e salire su un mezzo
pubblico". E la dotazione stradale, è la sentenza impietosa messa a
premessa della mobilità, "è una delle più scarse d’Italia".

Il
Piano inserisce tra le previsioni anche la realizzazione del sottopasso
stradale tra viale Mazzini e viale Fanti, per "superare la barriera dei
binari ferroviari e per garantire la connessione tra il futuro passante
e i viali del Poggi". Mentre nella zona dello Statuto, dove la linea 3
"comporta una riduzione delle sezioni stradali che, complice il collo
di bottiglia del sottopasso ferroviario dello Statuto, può creare
difficoltà al traffico". Per questo il Piano si propone di "individuare
nuovi assi di scorrimento radiali", a cominciare da un nuovo ponte sul
Mugnone all’altezza di via Crispi e un nuovo sottopasso ferroviario
parallelo a quello dello Statuto.

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Repubblica 28/06/2010 – Renzi, avviso a Ligresti “Su Castello decidiamo noi”

«Abbiamo riaperto l´anfiteatro, riorganizzato le Spa, chiuso piazza
Duomo, inaugurato la tramvia, organizzato l´ultimo dell´anno e la notte
bianca, aperto i musei di notte, avviato il Piano strutturale…». Un
anno dopo l´elezione a sindaco, dalla poltrona della sala di Clemente
VII Matteo Renzi compila a memoria l´elenco delle cose fatte. Ma sono
quelle ancora vuote le caselle più pesanti.

Sindaco
Renzi, allo scadere del suo primo anno ha raggiunto l´accordo
sull´aeroporto e sulla nuova pista con il presidente della Regione
Rossi. Davvero è la volta buona?

«Credo di sì. Rossi
vuole modificare il quadrante nord dando priorità al Parco e alla messa
in sicurezza dello scalo. La variante sarà pronta alla fine di
dicembre, è il tempo che ci siamo dati».

La variante non la predisporrà la Regione?
«Sì
ma come Comune presenteremo la nostra proposta: un ridisegno dell´area
con la nuova pista, che ritengo non possa essere che parallela, la
Cittadella viola sul lato Sesto di Castello e gli edifici FondiariaSai,
ridimensionati, a fianco della Scuola dei marescialli».

E secondo lei Ligresti dirà di sì?
«Guardi,
non credo che il pubblico debba rincorrere il privato per farci degli
accordi. Abbiamo un´idea e la presenteremo, consapevoli che ci sono
intese già siglate ma consapevoli anche del fatto che la nuova pista,
lo stadio e l´allungamento della tramvia fino al Polo scientifico sono
elementi di indiscutibile novità che impongono un ridisegno dell´intera
area di Castello».

Dopodiché Ligresti vi risponderà picche.

«E´ l´amministrazione pubblica, Comune e Regione, a decidere. I pur legittimi interessi privati vengono dopo».

Anche lei come il presidente Rossi pensa all´esproprio?
«Vedremo.
Quello che conta è che con Rossi abbiamo detto basta agli ideologismi
territoriali. In una situazione di crisi, di fronte ai dati Irpet che
annunciano una disoccupazione a due cifre si è deciso di uscire dalle
divisioni tra Guelfi e Ghibellini».

Un futuro comune per gli scali di Firenze e Pisa?
«Si
è deciso di fare squadra davvero e non a parole. Riconosciamo che Pisa
è l´aeroporto leader della Toscana, la porta d´accesso per i voli a
lungo raggio e per i voli low-cost. Pisa dista 70 chilometri:
investiamo sul collegamento e miglioriamo lo scalo fiorentino, sia come
pista che come servizi. L´alleanza Pisa-Firenze può diventare il terzo
polo aeroportuale d´Italia. E non solo aeroportuale».

Un altro polo di cosa?
«Se
si esce dalle guerricciole interne si può pensare di coinvolgere Prato
e Siena, oltre alla costa, per giocare un ruolo anche nazionale sui
servizi pubblici. Firenze è di sicuro pronta a fare la propria parte:
la sintonia con la Regione deve allargarsi a questi temi».

E la Cittadella viola?
«La faremo, lo dico da sindaco non da tifoso. Uno stadio innovativo e fonte di business è un´occasione per la città».

Quando verrà lanciato il bando di gara?
«Dipende tutto dalla variante della Regione: se in 6 mesi verrà approvata subito dopo scatteranno le procedure».

Sull´Alta velocità ha deposto le armi contro le Ferrovie?
«Nel
modo più assoluto. Rossi mi ha chiesto d´incontrare Moretti
(l´amministratore delegato, ndr). Gli porteremo tutti i nostri dubbi.
Ferrovie deve mantenere gli impegni presi, polo tecnologico
dell´Osmannoro compreso. Ma vogliamo garanzie anche sul binario
metropolitano».

Si è rassegnato sul tunnel e sulla stazione Foster?

«Non
è questione di essere rassegnato, io difendo gli interessi della città.
Me lo faccia dire alla fiorentina, Firenze non può essere sbudellata
per il sugo di nulla».

Il suo primo anno di governo si chiude con l´accordo sull´aeroporto e con il testo del Piano strutturale.
«Lo
adotteremo l´11 ottobre. E´ un Piano a volumi zero, un modello di
sostenibilità e ambiente. A me pare una rivoluzione, non è facile
trovare un Comune che sceglie questa strada».

Vuole dire che si cementifica nei Comuni limitrofi?

«Questo lo dice lei, non mi permetterei mai di entrare in casa altrui e vorrei che gli altri facessero lo stesso con noi».

Qual è la cosa che avrebbe voluto realizzare in questo primo anno di governo e non ha realizzato?

«La
demolizione delle ex Poste di via del Pratellino. L´abbiamo chiesto
trattato inutilmente per mesi. Lo faremo in agosto forti di una norma
del 1968».

E cosa pensa di fare nel prossimo anno?
«Aprire
il Palagiustizia, definire il pacchetto Castello, avviare il progetto
San Salvi ma soprattutto provare a coniugare economica e cultura in
modo diverso: se non lo facciamo noi a Firenze chi potrà mai farlo?».

C´è chi dice che ha fatto solo la pedonalizzazione del Duomo.

«Sono
fiero ed orgoglioso di aver restituito quella piazza ai fiorentini ma
il nostro sguardo va dai cortili di Palazzo Vecchio, appena riaperti
alla cittadinanza, fino alla periferia di Pontignale, dove un
insediamento Coop voluto dal Comune di Scandicci crea problemi di
viabilità e vivibilità al tratto fiorentino del borgo»

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Nazione 25/06/2010 -Lunedì la presentazione dei progetti in consiglio comunale

NAZIONE FIRENZE 25/06/2010

Lunedì la presentazione dei progetti in consiglio comunale: cade il segreto sulla relazione Perìcu
di ILARIA ULIVELLI


TAGLIA CORTO il presidente della
Regione. Di Cittadella viola non vuoi sentir parlare. All`indomani
del super vertice con il sindaco Renzi, Rossi non cambia idea.
L`area di Castello è già satura di cemento. Non possono convivere
lo sviluppo dell` aeroporto e il nuovo stadio con annessi e
connesi. E` chiara la posizione della Regione: lì, sui terreni
a nord-ovest della città, sono state previste troppe cose assieme.
L`aeroporto, case e uffici che Fondiaria-Sai vorrebbe costruire,
la Cittadella e a 500 metri in linea d`aria anche à inceneritore.
Davvero troppo. Da parte sua, il sindaco non molla il colpo.
E lunedì presenterà davanti al consiglio comunale i progetti
per la realizzazione della Cittadella viola nell`area
di proprietà Fondiaria-Sai. Di quei progetti, la Regione non
sa nulla. Non è mai stata letta dal presidente Rossi neppure
la perizia commissionata dal Comune al super tecnico, l`avvocato
Giuseppe Pericu, secretata dalla giunta.
Una bella gatta
da pelare. Che si voglia realizzare la Cittadella o meno, per
modificare le previsioni urbanistiche di Castello, e dunque
anche solo per alleggerire l`impatto del progetto Fondiaria-Sai,
è indispensabile rivedere l`accordo siglato tra il Comune e
la società di Ligresti (la Regione si è resa disponibile a
dare un contributo per l`inden
nizzo a chi ha acquisito il
diritto a costruire).
L`accordo attualmente in essere, prevede
la possibilità di realizzare un mega insediamento
residenziale
e direzionale nell`area di Castello, in tutto 260mila metri
quadri, come
compensazione, il Comune otterrebbe un terreno
di circa 80 ettari da destinare a parco, senza la posibilità
di costruire. Si tratta della famosa area nella quale realizzare
la Cittadella viola, entro la quale però non si può posare
nemmeno un mattone.
Dunque? La questione è assai spinosa.
Per andare avanti è necessario un patto d`acciaio tra governatore
e sindaco, attualmente molto lontani nelle rispettive posizioni.
L`alleggerimento del progetto Castello è stato posto da Rossi
come condizione base per la modifica del Piano territoriale
integrato. Modifica necessaria se c`è l`intenzione di realizzare
la pista parallela all`aeroporto di Peretola, che obbligherebbe
a spostare la posizione del parco. Per cambiare il Pit, i tempi
non sono brevi, bisognerà aspettare settembre per cominciare
il lavoro che coinvolgerà i Comuni interessati (oltre a Firenze,
Sesto e Campi) e la Provincia, ma anche i soggetti privati,
e dunque, Fondiaria.
Come ottenere l`area per costruire la
Cittadella e avere lo spazio per il parco? E` indispensabile
variare l`accordo con Ligresti. Una cosa che ha un prezzo altissimo,
le cifre di indennizzo per la mancata edificazione o eventuali
espropri di terreno sono mostruose. Non è ipotizzabile che
il Comune possa farcela da solo, senza il contributo della
Regione. Anche per questo serve l`accordo con Rossi.
Ma Renzi
è convinto di avere già in tasca la soluzione ai problemi:
lunedì la mostrerà in Palazzo Vecchio. Ottimismo per il futuro
della Cittadella viola arriva anche da vicesindaco Nardella:
«Lunedì sarà un giorno importante per il futuro dello sport
a Firenze — ha detto —. Il sindaco e il governatore hanno parlato
dell`area di Castello per l`aeroporto, ma secondo me ci potranno
essere degli sviluppi positivi anche per quanto riguarda la
Cittadella».
D`altra parte non ci sono alternative a Castello
per realizzare dentro i confini fiorentini il nuovo stadio
e il seguito di alberghi, ristoranti e negozi. I Della Valle
hanno detto da tempo che non intendono investire fuori Firenze.
«La Cittadella è una ghiotta opportunità economica per la città:
è un investimento, non la facciamo per fare un piacere alla
Fiorentina», ripete ormai come un mantra Renzi. E a Palazzo
Vecchio si è convinti che aeroporto e Cittadella siano comunque
compatibili. Sempre che sia possibile modificare e ridurre
gran parte delle ambizioni cementizie di Salvatore Ligresti.

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Repubblica 24/06/2010: Approvato il piano strutturale la parola ora passa ai fiorentini

REPUBBLICA FIRENZE 24/06/2010
 
Approvato il piano strutturale la parola ora passa ai fiorentini
Un documento di 220 pagine consultabile on line da domani sul sito del Comune
MASSIMO VANNI
 
Primo via libera al Piano strutturale. La giunta di Palazzo
Vecchio approva le 220 pagine che il sindaco Matteo Renzi ha corretto
di suo pugno. Tutto raccolto in un Cd contenent gli indirizzi del
Piano. Compreso quello di «attrezzature pubbliche sportive» nell’area
di Castello. Adesso parte la consultazione: venerdì il Piano sarà in
rete.
I primi a studiare le carte e ad esprimersi saranno gli assessori.
E lo stesso Renzi ne parlerà lunedì prossimo in consiglio comunale,
quando annuncerà la localizzazione della futura Cittadella viola (non
ancora il bando di gara, per il quale il Comune deve avere la
disponibilità dei terreni e, in questo caso, un nuovo accordo con
Fondiaria-Sai). Poi la parola passerà alla città, che potrà dire la sua
grazie anche al primo esperimento di consultazione «on line»: a partire
da domani, il testo del Piano dovrebbe apparire sul sito ufficiale del
Comune. E il prossimo 8 luglio, grazie all´agenzia torinese ingaggiata,
si terrà un incontro con 150 cittadini selezionati a campione.
Il Piano strutturale definisce le dotazioni di verde e di piazze.
Definisce le linee guida principali dello sviluppo della città nel
prossimo decennio. A cominciare da quello della trasformazione e del
riutilizzo dei palazzi rimasti vuoti piuttosto che delle nuove
costruzioni, più volte affermato dal sindaco Renzi, a quello dello
sviluppo del trasporto pubblico attraverso le linee della tramvia. Il
Piano non definisce le previsioni di dettaglio, dove realizzare ad
esempio il nuovo palazzo degli uffici comunali o come riutilizzare il
palazzaccio di piazza San Firenze destinato a rimare vuoto all´indomani
del trasferimento nel nuovo palazzo di Novoli. A questo ci penserà poi
il successivo regolamento urbanistico, che arriverà un po´ di tempo
dopo la prima approvazione del Piano in consiglio comunale, prevista
per la fine di settembre o per l´inizio di ottobre. Al momento si
discuterà molto di principi e di procedure.
«Ci sono due punti delicati che intendiamo approfondire, i
meccanismi del credito edilizio e della perequazione», annuncia già il
presidente dell´Ordine degli architetti Antonio Bugatti. Sia il
«credito edilizio», cioè la possibilità di spostare i volumi in aree
diverse da quelle originariamente previste, sia la «perequazione», che
consente ai proprietari di determinate aree di realizzare su alcuni
lotti una concentrazione delle volumetrie e negli altri lotti la
realizzazione di opere di interesse collettivo, non sono regolati da
una legge nazionale. La «perequazione» è prevista dalla legge
regionale, ma restano entrambi meccanismi sui quali il confronto
urbanistico è ancora aperto.
Nel frattempo, il Pd cittadino e metropolitano conferma la linea
già espressa dal gruppo di Palazzo Vecchio sul progetto dell´Alta
velocità, che ha finito per bocciare la richiesta di una nuova
Valutazione d´impatto ambientale avanzata dal gruppo Spini. Avanti
tutta sul tunnel e sulla stazione Foster, è stata la linea espressa dai
democratici. Non proprio la linea di disfida plateale espressa negli
ultimi giorni dal sindaco Renzi nei confronti delle Ferrovie. In
compenso il Pd assicura un pieno appoggio al sindaco quando chiede a
Ferrovie il massimo rispetto degli impegni e delle garanzie in nome
della tutela dei cittadini.
(m.v.)
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Proposta del Csa nEXt-Emerson per un Forum indipendente a Castello sul Piano Strutturale

Il termine partecipazione si lega a molti concetti e situazioni  diverse. Si puo’ partecipare ad una lotteria, ad un concorso a  premi, ad uno spettacolo televisivo, ad una festa o a un funerale.
E’ su questa intrinseca plurivalenza del termine che il percorso  intrapreso dalla giunta Renzi riguardo al piano  strutturale puo’ dirsi "di partecipazione". Il termine applicato  alla sfera politica deve pero’ necessariamente rappresentare  qualcosa di piu’ della partecipazione che mette in atto il sedersi  di fronte a facebook. Altrimenti si priva il concetto di ogni  dignita’ e senso, fino a renderelo un contenitore vuoto all’interno del  quale far passare come "partecipate" delle decisioni gia’ prese.
Partecipare significa anzitutto poter influire sui processi decisionali.
Le forme piu’ interessanti di democrazia diretta si basano appunto  sull’idea  di valorizzazione delle idee che emergono dalle discussioni piuttosto  che sulla soppressione dei contrasti o sulla loro limitazione attraverso  sistemi  come i sondaggi o l’elezione di piccoli gruppi che dovrebbero
rappresentare  la volonta’ dei piu’.
 
Il modello "urbanistica partecipata" realizza, in maniera neppure troppo  nascosta, un concetto di partecipazione di mera facciata, dove i tempi  strettissimi ed i metodi applicati non riescono a garantire gli spazi  necessari perche’ la discussione abbia un senso.
 
Per quanto i "materiali preparatori" sul Piano Strutturale della Giunta  Renzi   rappresentino un notevole sforzo di "trasparenza" rispetto al modus  operandi della Giunta Domenici  ci sembra necessario sottolineare e rendere esplicita la dialettica  antagonista che caratterizza il cosiddetto "diritto alla città".
Alla città sembrano averne diritto le imprese ed i capitali che la  comprano-vendono-trasformano in funzione di ciò che il mercato rende, di  volta in volta, più redditizio.  
Alla città hanno diritto i suoi abitanti le cui esigenze in termini di  servizi, spazi collettivi, abitazioni a prezzi accessibili, verde e più in  generale "vivibilità" e "salubrità", soccombono di fronte ai poteri forti.
Il "diritto" dell’uno nega il "diritto" dell’altro. Questo è la dialettica  antagonista che le istituzioni sono chiamate ad amministrare.    
Una dialettica antagonista che esiste. Di cui i comitati, le associazioni,  alcuni soggetti politici, i movimenti, i centri sociali, testimoniano  l’esistenza.    

Il "diritto alla città" di abitanti e cittadini può essere ignorato e  negato dall’amministrazione (come abbiamo visto all’"era Domenici")  oppure può essere "formalmente" riconosciuto, "dichiarato" pubblicamente,  "scritto" in documenti programmatici ( come vediamo nell’ "era Renzi").
Questo diverso approccio può essere reale o apparente: solo le scelte  politiche operate di volta in volta ci forniscono la risposta.
In epoca di "Guerre Umanitarie" anche Democrazia e Partecipazione sono  troppo spesso parole ambigue e foglie di fico.
Una reale partecipazione ad un processo decisionale ha bisogno di tempo e  strumenti adeguati. Strumenti che permettano il trasferimento di  conoscenze  da chi le possiede a chi no, che permettano la comprensione del problema  su  cui il processo decisionale opera, che garantiscano il passaggio di
informazioni. Tempo che permetta tutto questo a chi NON E’ RETRIBUITO per  prendere decisioni in nome degli altri. Abitanti e cittadini NON SONO  PROFESSIONISTI DELLA POLITICA, per scelta o per necessità.  
Se un’amministrazione assume la volontà di renderli parte del processo
decisionale non può ignorare queste elementari verità.  
        
Nel "nostro piccolo", come Centro Sociale Autogestito che occupa un’area
dismessa a Castello, proponiamo proprio questo.     
 Proponiamo, almeno sull’area di Castello, la creazione di  un Forum indipendente in grado di coinvolgere tutti i soggetti che  sentono di avere qualcosa da dire sullo sviluppo urbanistico del
territorio.
Il Forum dovrebbe porsi come soggetto creato e gestito dagli  abitanti, dalle associazioni e gruppi che vivono nel quartiere e  di fatto si troveranno coinvolti o travolti dal nuovo piano strutturale.
Il Forum dovrebbe dotarsi di strumenti e spazi propri con il preciso  intento di informare in maniera capillare gli abitanti del quartiere  riguardo agli sviluppi delle discussioni, i tempi e i modi,  ed invitare alla piu’ampia partecipazione possibile alle discussioni.
Il Forum dovrebbe giocare un importante ruolo di garante per  la popolazione di Castello. La giunta Domenici aveva infatti in  programma una pesante cementificazione sulle areee dismesse del
quartiere, l’amministrazione Renzi non si e’ ancora pronunciata a  riguardo.
I pesanti scandali che hanno travolto soggetti istituzionali della vecchia  giunta e colossi immobiliari di tutta Firenze delineano la necessita’ che  siano gli stessi cittadini a doversi tutelare da eventuali abusi  delle istituzioni. Il Comune non e’ nella posizione di poter  imbastire alla bene e meglio un percorso di partecipazione su un argomento  che ha letteralmente decimato la precedente amministrazione.
 
Passaggi pratici per la creazione del Forum
 
Il forum dovrebbe riunirsi con cadenza regolare in posti diversi  del quartiere per rappresentare anche simbolicamente il coinvolgimento  di tutti i soggetti interessati. Il metodo di discussione utilizzato  dovrebbe avvicinarsi il piu’ possibile ai meccanismi di democrazia  diretta, con un facilitatore, un moderatore, al fine di valorizzare  le idee di tutti e senza un utilizzo sistematico delle votazioni  a maggioranza.
 
Il forum dovrebbe dotarsi di quegli strumenti di comunicazione necessari  perche’ la diffusione delle informazioni risulti capillare e tesa a  creare un percorso i vera partecipazione. In questo senso riteniamo  necessario almeno i seguenti passaggi:
 
1) ad ogni riunione dovrebbe far seguito un report sintetico e  comprensbile  in modo da poter venire stampato e distribuito nel quartiere, sia nelle  buche delle lettere che nei principali luoghi di socialita’. Sul report  sara’ indicata la prossima data e sede dell’incontro successivo.
 
2) dei manifesti e dei flyer che pubblicizzino l’iniziativa in maniera  sintetica e non circostanziata ad una riunione in particolare, ma che  rimandino ad un sito o ad eventuali punti dove richiedere informazioni  per partcipare.
 
3) perche’ il lavoro non venga perso e sia visibile anche da chi non  abita nel quartiere il Forum dovrebbe dotarsi di alcuni strumenti  informatici:  un sito internet, una newsletter, un sistema di microblogging.
 
4) il Forum dovrebbe promuoversi attraverso iniziative e momenti di  socialita’ in piazza, anche ludici, da utilizzare come momenti  privilegiati di  comunicazione con tutti i cittadini.
 
E’ di fatto una sfida. Con noi stessi per primi che per quanto impegnati,  da soli, non potremmo neanche immaginare.  E’ un "esperimento" su cui invitiamo tutti/e a riflettere ed a metterci in  comunicazione.
E’ la sola garanzia, crediamo, all’essere "raggirati" dalle  amministrazioni che forse è anche peggio che essere ignorati.    

Centro Sociale Autogestito  nEXt-Emerson

assemblea@csaexemerson.it        

Pubblicato in Generale, Piano Strutturale su Castello | Commenti disabilitati su Proposta del Csa nEXt-Emerson per un Forum indipendente a Castello sul Piano Strutturale

L’immobiliare Unica bonifica il nEXt Emerson, la cooperativa Castello si prepara ad invadere la Cerdec. Migliaia di tonnellate di cemento sul futuro di Castello ?

In questi mesi potrebbe
iniziare un burrascoso cambiamento per la zona di Castello/Rifredi.
Preceduta da manovre per nulla trasparenti e un modus operandi
strisciante che rimanda ai momenti piu’ bassi dell’amministrazione
fiorentina, potrebbe prendere il via la cementificazione dell’ex
Cerdec e dell’area dell’ex Star Color. Si tratta in totale di quasi
10 mila metri quadri di terreno.

Senza che quasi nessuno
ne fosse al corrente, tantomeno gli abitanti vicini, la concessione
edilizia sull’ex Cerdec ha quasi terminato il proprio iter. La
cooperativa edilizia Castello potrebbe iniziare i lavori tra breve.

Non meno nell’ombra,
l’Unica immobiliare, ha ricevuto il via libera per la bonifica
dell’ex Star Color, terreno che in parte “ospita” il centro
sociale NextEmerson.

Entrambe le notizie sono
passate totalmente sotto silenzio: la prima resa nota
dall’osservatorio di Castello, la seconda da noi del centro sociale.

Onestamente non ci sembra
un buon inizio per i progetti di partecipazione e coinvolgimento
tanto decantati dalla giunta Renzi. I costrutturi decidono,
l’amministrazione acconsente, e noi possiamo fare cenno di sì con la
testa a giochi ormai conclusi. Era esattamente quanto accadeva con la
giunta precedente. Si tratta di un modello di partecipazione quasi
televisivo: si può stare seduti sul divano di casa a guardare fuori
dalla finestra le centinaia di migliaia di tonnellate di cemento che
ricopriranno Castello.

Le richieste di una
piazza per il quartiere sull’area ex Cerdec per ora sono cadute
inascoltate dall’amministrazione, andando a realizzare nei fatti le
tendenze all’urbanizzazione selvaggia, che ricordiamo, hanno
determinato il terremoto giudiziario e il conseguente collasso della
giunta Domenici.

Sull’area dell’ex star
color ci dilungheremo un poco di più, poichè direttamente coinvolti
in qualità di occupanti di uno dei tre capannoni.

Proprio in questi giorni
la proprietà, l’Unica immobiliare, ha ricevuto il via libera per i
lavori relativi alla bonifica dell’area. Ovvio che non siamo contrari
alla bonifica dei siti inquinati, ma pensiamo di non sbagliare nel
credere che quest’ultima verrà utilizzata strumentalmente per
richiedere lo sgombero del centro sociale, la demolizione dell’area,
quindi il cambio di destinazione d’uso e la successiva
cementificazione.

L’operazione compiuta
dall’Unica su via di Bellagio ha tutte le caratteristiche della
classica manovra speculativa: il terreno è stato acquistato a poco
prezzo a seguito di un fallimento, ma l’area a ridosso del parco
delle colline è soggetta ad un vincolo che ne impedisce il cambio di
destinazione d’uso.

L’Unica attende dunque
che qualche gioco di favori, o la pressione degli interessi dei
costruttori sulla giunta, sblocchino la situazione e spianino la
strada all’inizio della cementificazione.

Nelle aree che da
industriali dovessero passare ad uso residenziale si dovrebbe
certificare che non siano rimasti residui inquinanti. Ecco perchè
l’Unica si scopre improvvisamente paladina dell’ambiente: questa
certificazione sarebbe un primo passo per poter richiedere il cambio
di destinazione d’uso, o comunque contribuirebbe ad innalzare il
valore del terreno. Se poi la bonifica dovesse, guarda caso,
comportare la demolizione e il conseguente sgombero del NextEmerson,
tanto meglio. L’ex star color di appresta insomma a seguire lo stesso
iter della Cerdec.

Al contrario dell’Unica,
della Cooperativa edilizia Castello, che da imprese fanno i propri
interessi, e dell’amministrazione fiorentina, che si crogiola nei
giochi di potere e di palazzo, in questi anni il csa ha cercato di
divenire uno spazio pubblico aperto alle iniziative di chi condivida
quei valori di base sui quali la nostra esperienza si fonda:
l’autogestione, il rifiuto della mercificazione della cultura e del
tempo libero, l’ecologismo, l’antifascismo, l’antisessismo e
l’antirazzismo. In quanto spazio aperto alla sperimentazione, non
paralizzato dalla burocrazia o incatenato alla logica del soldo, il
nEXt Emerson viene attraversato da molte esperienze, dalla palestra
al corso di tango, i concerti, le presentazioni di libri, il teatro,
l’officina, i laboratori di autocostruzione, riuso e riciclo, il
mercatino del biologico, e mille altre piccole situazioni che
quotidianamente vivono questi spazi. Tutto questo è stato realizzato
in un’ottica mutualistica e volontaria, senza chiedere alcun
finanziamento pubblico. Il tessuto sociale che gravita attorno al
nEXt Emerson, le centinaia e a volte le migliaia di persone che ogni
mese ne fanno una realtà viva rischiano però di essere di nuovo
private di questa piazza ideale posta ai margini di firenze, in un
quartiere che è diventato suo malgrado simbolo della speculazione
edilizia e della malafede dell’amministrazione.

Difendiamo
Castello dalle speculazioni, costruiamo spazi pubblici e autogestiti!

Pubblicato in ex - Cerdec, Vertenza Seves | Commenti disabilitati su L’immobiliare Unica bonifica il nEXt Emerson, la cooperativa Castello si prepara ad invadere la Cerdec. Migliaia di tonnellate di cemento sul futuro di Castello ?

BASTA CEMENTO SU CASTELLO

Il prossimo Piano Strutturale  nella zona che va dalla Seves a Via di
Bellagio, prevede case per 4000 nuovi abitanti, da costruire sulle
aree Seves, ex-Cerdec, Csa Next-Emerson di Via Bellagio.
Più del doppio dell’attuale popolazione, che signifca totale
cementifcazione e il defnitivo collasso di Via Reginaldo Giuliani.
E’ inoltre previsto l’arretramento del limite di inedifcabilità verso la collina
con la conseguente possibilità di cementifcare una parte di territorio tuttora a
verde e proprio a ridosso delle ville storiche medicee.
Mentre la magistratura arresta e indaga ex-assessori, tecnici del comune,
politici, imprenditori, nessuno mai si è degnato di chiedere quale siano i bisogni
di questa zona agli unici che lo possono sapere: gli abitanti.
Noi pensiamo che, mentre sulla Seves l’importante è la salvaguardia di tutti i
posti di lavoro,la ex-Cerdec potrebbe diventare quello che nella zona manca:
una piazza, con giardino attrezzato, panchine e una parte a mercato ri-
onale/parcheggio. Il Centro Sociale di Via Bellagio vogliamo che rimanga
quello che  è adesso: un posto dove non contano le possibilità economiche, ma
le idee e la volontà di  realizzarle. Come Centro Sociale proponiamo anche che
venga stabilita una fascia di rispetto dal parco delle colline che arrivi fno a
Via Reginaldo Giuliani, che salvaguardi le ville medicee, e che eviti
speculazioni che andrebbero a incidere sull’intero quartiere in  maniera pesante.
Mettiamo alla prova la nuova giunta che si vanta di essere diversa dalle
precedenti. Occorre difendere la qualità della vita e l’interesse pubblico dal
proftto privato.
Facciamoci sentire, perchè il nostro silenzio è la loro arma migliore !
Centro Sociale Next Emerson in Via di Bellagio 15
per approfondimenti:
http://soscastello.noblogs.org
http://nopianostrutturale.noblogs.org
per comunicazioni:
assemblea@csaexemerson.it
www.csaexemerson.it

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proposta del Csa nEXt-Emerson per un contropiano strutturale per Castello

L’Utoe 1 è una delle 27 unità territoriali omogenee in cui è suddiviso il piano strutturale e comprende la porzione di territorio Castello-Le Panche e come lo stesso piano ammette “Il territorio pedecollinare dell’UTOE è il terminale del sistema paesaggistico della piana, il piede della scena collinare, con identità propria, e caratterizzato da luoghi collettivi”. I dati ci parlano di una superficie di 2.17 kmq su cui risiedono (anagrafe 2006) 16030 abitanti. Il Prg di vent’anni fa ne prevedeva 18300, il piano strutturale innalza il numero a 20500. In sostanza non solo, in vent’anni non siamo arrivati al numero previsto dal prg, ma addirittura ne vengono previsti 4000 in più rispetto agli abitanti attuali. Una stima all’eccesso funzionale solo e soltanto a una cementificazione selvaggia. Ma c’è di più: questi ulteriori 4000 abitanti dovrebbero insediarsi nella sola area di Castello arrivando, di fatto, ad un raddoppio della popolazione.
il quartiere di Castello inteso come tessuto abitativo si configura tuttora come uno dei pochi quartieri di Firenze con una propria identità storica, sociale e urbanistica con un’area definita da un lato dal confine con Sesto e da altri due lati da via Sestese e dal limite della fascia collinare. Un’area di appena mezzo kmq che il piano strutturale vorrebbe investire di due indirizzi urbanistici, correlati tra di loro, devastanti:
1 – l’arretramento del limite di inedificabilità verso la collina con la conseguente possibilità di cementificare una parte di territorio tuttora a verde e proprio a ridosso delle ville storiche medicee
2 – la cementificazione di tre aree del quartiere per una superficie totale di 88.000mq 
Come Centro Sociale proponiamo che venga stabilita una fascia di rispetto dal parco delle colline che arrivi fino a Via Reginaldo Giuliani, che non solo salvaguardi le ville medicee, ma che eviti speculazioni che andrebbero a incidere sull’intero quartiere in maniera pesante.
Le tre aree sono: l’ex Niccoli e Naldoni sede del Centro Sociale; l’area ex-Cerdec attualmente dismessa; l’area della Seves, tuttora in attività con una presenza di circa 180 operai attualmente in cassa integrazione straordinaria e la cui direzione ha deciso di trasferire la produzione, considerarla come già dismessa è la dimostrazione delle priorità delle amministrazioni di questa città.
Castello manca di una area pubblica all’aperto: una “piazza” con giardino che serva come punto di ritrovo, luogo che possa ospitare iniziative culturali, mercato di quartiere e che nello stesso momento veda collocati tutti quei servizi sociali che servono agli abitanti.       La proposta dell’”osservatorio di Castello” di utilizzare l’area dell’ex-Cerdec in tal senso va’ ripresa e portata avanti.
 Rispetto alla Seves pensiamo che in primo luogo vada assicurata l’attuale attività produttiva, ma che comunque prospettare anche per quest’area un uso sociale che utilizzi gli edifici tuttora esistenti sia il miglior modo per garantire una futura piena occupazione. 
Per ora sono idee da sviluppare. Occorre un confronto continuo con e tra gli abitanti del quartiere atto a fare in modo che la stesura di questo  contropiano non sia solo un esercizio teorico ma serva sia per comprendere le dinamiche territoriali sia come strumento per le iniziative
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LUNEDI 20 ORE 15.00 P.ZZA SIGNORIA: LEZIONE IN PIAZZA E PRESIDIO SOTTO IL CONSIGLIO COMUNALE

 IL PIANO STRUTTURALE
CHE LA GIUNTA DOMENICI VUOLA APPROVARE NELL’ULTIMA SEDUTA DISPONIBILE
DEL CONSIGLIO COMUNALE E’ L’ULTIMO ARROGANTE ATTO DELLA TRAGEDIA
URBANISTICA CHE HA TRAVOLTO FIRENZE.

UNA GIUNTA IN SCADENZA E SOTTO INCHIESTA, SENZA L’ASSESSORE
ALL’URBANISTICA (GIANNI BIAGI DIMESSO PROPRIO IN SEGUITO ALLE INCHIESTE
SU CASTELLO) NON PUO’ BRUCIARCI IL FUTURO PIU’ DI COSI’.

! FERMIAMOLI ! – BASTA SPECULAZIONI E CEMENTO – RIPRENDIAMOCI LA CITTA’

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