‘La Regione poteva andare a Castello perché non era previsto uno stadio’
In merito all’ area di Castello e alla possibile localizzazione del centro direzionale della Regione Toscana, «il protocollo d’ intesa del gennaio 2006 escludeva la realizzazione di impianti sportivi di massa nell’ area». Lo ha detto il direttore generale della presidenza della giunta regionale Valerio Pelini, ascoltato in commissione territorio e ambiente del consiglio regionale in merito a un’ indagine conoscitiva su Castello. L’ allegato A della delibera della giunta regionale del 16 ottobre 2006, che dava il via libera alla realizzazione nell’ area di Castello, fortemente caldeggiata dal Comune di Firenze, della nuova sede degli uffici regionali, inquadrava gli «impianti sportivi di tipo agonistico-spettacolare» fra le funzioni dequalificate e sottolineava il fatto che nell’ area di Castello non ne fosse previsto alcuno. Tanto meno uno stadio di calcio, che invece in mesi recenti il sindaco Leonardo Domenici, lieto di accogliere la proposta di Diego Della Valle, ha indicato come elemento qualificante dell’ insediamento. L’ inchiesta della procura fiorentina, che ha ottenuto in novembre il sequestro dell’ area di proprietà Fondiaria Sai dove sarebbero previsti edifici privati e pubblici e un parco di 80 ettari e dove il 30 settembre 2008 è stata inserita anche la previsione dello stadio, ha mostrato il tira e molla fra Comune, Provincia e Regione sui destini di quei 180 ettari vicini all’ aeroporto. Pelini ha ripercorso i vari passaggi legati alla possibile localizzazione del centro direzionale della Regione nell’ area e risposto alle numerose domande dei consiglieri. In particolare Paolo Marcheschi (Fi-Pdl) ha chiesto chiarimenti sul «cambio di orientamento della Regione, che per concentrare gli uffici nella città prima acquista gli immobili nel centro di Firenze, fra cui alcuni in via Cavour da fondi gestione legati anche a Fondiaria, e poi invece cambia orientamento manifestando interesse per Castello, avendo però già acquistato alcuni palazzi nella zona di Novoli». Pelini ha ricordato come «a Castello si sarebbero dovute concentrare le funzioni pregiate» di vari enti pubblici e sottolineato come contro la sede a Novoli il Comune di Firenze avesse manifestato «riserve a concentrarvi troppe realtà direzionali pubbliche, per non far diventare la zona un quartiere dormitorio». Riserve sulla vicenda sono state espresse dai consiglieri di An-Pdl Marco Cellai e Andrea Agresti, che ha proposto di «azzerare ogni previsione urbanistica fatta finora nell’ area di Castello e riprogettare tutto attraverso un concorso di idee aperto ad architetti internazionali».