Il 15 ottobre scorso, con la solita enfasi che lo caratterizza, il, sindaco Matteo Renzi ha illustrato a grandi linee il piano strutturale appena sottoscritto dalla giunta comunale. L’inizio di un percorso che prevede successivi passaggi alle commissioni comunali e ai consigli di quartiere, il ritorno in Palazzo Vecchio per l’adozione, la pubblicazione, sessanta giorni di tempo per le osservazioni e un nuovo ritorno in consiglio per la definitiva approvazione.
Lo stesso Renzi ha stimato per la fine di febbraio – “setuttovabene” – i tempi per il via libera definitivo.
Grande attenzione è stata posta sul consumo di suolo zero cioè sull’inedificabilità delle aree non ancora costruite.
E’ evidente che il lavoro continuo di denuncia e proteste dei comitati e delle associazioni cittadine unita alle inchieste della magistratura in campo urbanistico, hanno leggermente cambiato i rapporti di forza. E’ altrettanto evidente che dopo la massiccia campagna mass-mediateca sui cento luoghi e una pretesa attenzione nei confronti delle richieste dei cittadini (che sono state tutte richieste di più verde e di maggiore vivibilità), c’era la necessità di accogliere alcune delle proposte avanzate da chi in questi anni si è battuto per la tutela del territorio e per una migliore qualità della vita. Si aveva quindi la necessità di rimarcare una discontinuità con la giunta precedente falcidiata da inchieste e arresti proprio in campo urbanistico.
Ma si sa’, Renzi è uso alle dichiarazioni di facciata e anche in questo caso crediamo che quando, dalla filosofia che sorregge il piano strutturale si passerà alle articolazioni concrete le cose possono cambiare e di molto. L’esperienza ci insegna, purtroppo, che nella sostanza le gestione reale del territorio è demandata ai Piani Urbanistici Esecutivi e alle Norme Tecniche d’Attuazione, cioè gli ambiti in cui si consuma una sorta di contrattazione urbanistica privata nella quale troppo spesso il territorio è merce di scambio tra amministrazione locale e lobby edilizie senza prendere in considerazione le esigenze dei cittadini.
Per intanto i primi passi in questi senso sono già presenti nelle dichiarazioni del Sindaco:
si stralcia l’area della piana di Castello dal piano strutturale e nello stesso momento si stima la necessità di costruire 9780 alloggi all’interno del territorio cittadino. Nel primo caso si attua, nei fatti e fin da subito, una deroga al tanto declamato “consumo di suolo zero”, nel secondo si regala, nei fatti e fin da subito, l’ennesima speculazione edilizia alla banda dei cementificatori giustificandola con una necessità di alloggi in città nei fatti inesistente, se si considera che l’emergenza casa a Firenze è dettata in parte dagli sfratti per morosità causa contratti d’affitto pazzeschi, e dall’altra non da una mancanza di case ma dalla presenza di circa 20000 alloggi volutamente tenuti vuoti proprio per favorire il mercato nero e per giocare continuamente al rialzo del prezzo degli affitti.
Si continua poi con il dichiarare che si potrà costruire solo in aree scelte dal comune, e non si parla di briciole: circa 150.000 mq, che guarda caso sono in periferia, cioè dove la maggior parte dei fiorentini abita (!!), addirittura con sconti e aumenti di volume se avevi un fabbricato in una zona più pregiata (il centro/vetrina, naturalmente!!).
Per arrivare alla notizia che ci sono “residui di lotti potenzialmente edificabili” dalla vecchia giunta e che anche a questi “comunque” bisognerà dire di si!
Noi crediamo che per ridare un minimo di respiro a questa città, per risarcirla, come è già stato proposto da architetti e urbanisti, per fare in modo che si facciano i primi passi per farla diventare un minimo vivibile occorra andare oltre il “consumo di suolo zero”, almeno come lo intende il sindaco. E qui entrano in gioco le aree dismesse, che saranno tutte privatizzate per costruzioni di case ecc., mentre proprio queste aree sono l’unica possibilità rimasta a questa città per RECUPERARE suolo per spazi di socialità e servizi realmente pubblici per i cittadini.
Questa è una città in cui negli ultimi anni è stato costruito male e dappertutto. Negli spazi verdi condominiali così come nelle piccole e medie aree dismesse a ridosso di edifici già esistenti,
nelle aree sotto tutela urbanistica così come in zone a rischio idro-geologico. Si sono sventrati palazzi storici nel centro città per farne appartamenti di lusso privati così come si sono costruiti megaedifici di nessun interesse reale per i cittadini.
Firenze è satura di cemento.
Per questo la tanto conclamata scelta di “consumo di suolo zero” così come ci è stata presentata dal sindaco più che una scelta coraggiosa ci sembra una scelta obbligata.
Se si eccettuano le grandi aree verdi (Parco delle Colline, Cascine, adiacenze delle ville storiche per citare le più importanti) non c’è più un cavolo di posto dove costruire.
Per questo il consumo di suolo zero se significa semplicemente cementificare dove non è già cementificato e nello stesso momento si da’ il via libera alla speculazione edilizia sulle aree dismesse azzera ancora una volta la possibilità di dotare la città di risorse indispensabili per una migliore qualità della vita.