Ventura: per Castello serve un progetto di pregio – da repubblica

Ventura: per Castello serve un progetto di pregio

La telefonata di Occhetto, quella che nel 1989 bloccò l’ operazione Fiat-Fondiaria e lo sviluppo della città, «è stata un errore». Adesso serve un progetto «di ricucitura che interessa tanti ettari di verde, di alberi, un parco estesissimo da cui non si può prescindere». Certo è che «ora serve un disegno urbanistico di pregio degno della città». Vent’ anni dopo Michele Ventura torna a parlare di Castello e fa intendere che molte cose devono essere riviste. Vent’ anni fa era vicesindaco di Palazzo Vecchio quando Occhetto fermò tutto, oggi è candidato alle primarie e pensa ancora a come trasformare quel pezzo di territorio: «Vent’ anni fa Firenze era una città che aveva capito l’ idea dello sviluppo policentrico, la strada seguita poi dalle città spagnole – dice il candidato – oggi lo stadio, l’ aeroporto e termovalorizzatore devono essere pensati in una dimensione metropolitana». Che succederebbe se Ventura sindaco ricevesse di nuovo una telefonata da un leader romano? «Lo inviterei a prendere un caffè», scherza il ministro ombra del Pd. Stasera Ventura sarà alle 21 al Saschall per presentare il suo programma (il buffet è per le ore 20, la festa è dopo all’ Otel). E anche Graziano Cioni ha diramato inviti via sms. Farà ancora l’ assessore nella eventuale giunta Ventura? «Per la giunta punto su giovani e competenze, con Graziano c’ è un accordo in chiaro», dice il ministro ombra. Parole che assomigliano ad un no. Ventura si presenterà stasera assieme al suo nuovo staff. Cioè al responsabile del suo comitato elettorale Gianni Salvadori (che sarà aiutato da Gianni Taccetti), dal suo portavoce Massimo Boccuzzi (lo stesso di Cioni) e dalla sua addetta stampa Francesca Zatini (del comitato fanno parte anche Francesco Bonifazi, Stefano Bruzzesi, Alfredo Esposito, Adamo Azzarello, Paolo Calosi, Gianni Bruschini, Elisa Sani, Sabatino Cerrato, Giuseppe Pantaleo e Onofrio Lopez). La priorità per Ventura sono la crisi economica e il sostegno alle famiglie. Oggi i candidati alle primarie si sono misurati a Controradio: un’ ora di faccia a faccia durante il quale più volte il candidato della Sinistra Eros Cruccolini ha attaccato Matteo Renzi: «Sono due anni che il Comune chiede alla Provincia di pagare il trasporto degli alunni handicappati, ma tu non l’ ha ancora fatto». E Renzi: «Balle, sono balle». E di nuovo Cruccolini: «Vuoi sfrattare il Cpa? Questa è una politica di destra». Subito dopo il candidato della Sinistra ha chiesto l’ apertura di un tavolo di confronto «per affrontare la crisi del sistema lavorativo della città e della sua area, dobbiamo dare sostegno alle famiglie e ai lavoratori». Anche Pistelli, durante il confronto a Controradio, ha tirato in ballo Renzi: «Facendo le primarie Obama non ha detto se perdo vado a casa, chi perde aiuta il vincitore e per questo non si deve accentuare la polemica». L’ ultima battuta è stata ancora di Cruccolini. Non senza autoironia: «Se il centrosinistra avrà il suo primo sindaco non vedente, il centrodestra presenterà uno zoppo?» Lastri se l’ è presa con Ventura: «Se ci si presenta per unire, perché si arriva poi ad aggiungere frammentazione con un candidato in più?» Frecciate a parte, Lastri ha proposto «notti sicure» per le donne che voglio vivere la città la sera: «Un accordo con i taxi per un ticket a costo prestabilito quando la chiamata arriva da discoteche e club. E anche una speciale linea Ataf nei fine settimana che colleghi tutti i principali locali della città». La candidata propone anche di migliorare l’ illuminazione in città. A Lady Radio invece, prendendo spunto dal nuovo palazzo sequestrato, Renzi ha chiamato in causa l’ urbanistica: «Adesso basta, bisogna avere il coraggio di cambiare». (m.v.) La telefonata di Occhetto, quella che nel 1989 bloccò l’ operazione Fiat-Fondiaria e lo sviluppo della città, «è stata un errore». Adesso serve un progetto «di ricucitura che interessa tanti ettari di verde, di alberi, un parco estesissimo da cui non si può prescindere». Certo è che «ora serve un disegno urbanistico di pregio degno della città». Vent’ anni dopo Michele Ventura torna a parlare di Castello e fa intendere che molte cose devono essere riviste. Vent’ anni fa era vicesindaco di Palazzo Vecchio quando Occhetto fermò tutto, oggi è candidato alle primarie e pensa ancora a come trasformare quel pezzo di territorio: «Vent’ anni fa Firenze era una città che aveva capito l’ idea dello sviluppo policentrico, la strada seguita poi dalle città spagnole – dice il candidato – oggi lo stadio, l’ aeroporto e termovalorizzatore devono essere pensati in una dimensione metropolitana». Che succederebbe se Ventura sindaco ricevesse di nuovo una telefonata da un leader romano? «Lo inviterei a prendere un caffè», scherza il ministro ombra del Pd. Stasera Ventura sarà alle 21 al Saschall per presentare il suo programma (il buffet è per le ore 20, la festa è dopo all’ Otel). E anche Graziano Cioni ha diramato inviti via sms. Farà ancora l’ assessore nella eventuale giunta Ventura? «Per la giunta punto su giovani e competenze, con Graziano c’ è un accordo in chiaro», dice il ministro ombra. Parole che assomigliano ad un no. Ventura si presenterà stasera assieme al suo nuovo staff. Cioè al responsabile del suo comitato elettorale Gianni Salvadori (che sarà aiutato da Gianni Taccetti), dal suo portavoce Massimo Boccuzzi (lo stesso di Cioni) e dalla sua addetta stampa Francesca Zatini (del comitato fanno parte anche Francesco Bonifazi, Stefano Bruzzesi, Alfredo Esposito, Adamo Azzarello, Paolo Calosi, Gianni Bruschini, Elisa Sani, Sabatino Cerrato, Giuseppe Pantaleo e Onofrio Lopez). La priorità per Ventura sono la crisi economica e il sostegno alle famiglie. Oggi i candidati alle primarie si sono misurati a Controradio: un’ ora di faccia a faccia durante il quale più volte il candidato della Sinistra Eros Cruccolini ha attaccato Matteo Renzi: «Sono due anni che il Comune chiede alla Provincia di pagare il trasporto degli alunni handicappati, ma tu non l’ ha ancora fatto». E Renzi: «Balle, sono balle». E di nuovo Cruccolini: «Vuoi sfrattare il Cpa? Questa è una politica di destra». Subito dopo il candidato della Sinistra ha chiesto l’ apertura di un tavolo di confronto «per affrontare la crisi del sistema lavorativo della città e della sua area, dobbiamo dare sostegno alle famiglie e ai lavoratori». Anche Pistelli, durante il confronto a Controradio, ha tirato in ballo Renzi: «Facendo le primarie Obama non ha detto se perdo vado a casa, chi perde aiuta il vincitore e per questo non si deve accentuare la polemica». L’ ultima battuta è stata ancora di Cruccolini. Non senza autoironia: «Se il centrosinistra avrà il suo primo sindaco non vedente, il centrodestra presenterà uno zoppo?» Lastri se l’ è presa con Ventura: «Se ci si presenta per unire, perché si arriva poi ad aggiungere frammentazione con un candidato in più?» Frecciate a parte, Lastri ha proposto «notti sicure» per le donne che voglio vivere la città la sera: «Un accordo con i taxi per un ticket a costo prestabilito quando la chiamata arriva da discoteche e club. E anche una speciale linea Ataf nei fine settimana che colleghi tutti i principali locali della città». La candidata propone anche di migliorare l’ illuminazione in città. A Lady Radio invece, prendendo spunto dal nuovo palazzo sequestrato, Renzi ha chiamato in causa l’ urbanistica: «Adesso basta, bisogna avere il coraggio di cambiare». (m.v.) La telefonata di Occhetto, quella che nel 1989 bloccò l’ operazione Fiat-Fondiaria e lo sviluppo della città, «è stata un errore». Adesso serve un progetto «di ricucitura che interessa tanti ettari di verde, di alberi, un parco estesissimo da cui non si può prescindere». Certo è che «ora serve un disegno urbanistico di pregio degno della città». Vent’ anni dopo Michele Ventura torna a parlare di Castello e fa intendere che molte cose devono essere riviste. Vent’ anni fa era vicesindaco di Palazzo Vecchio quando Occhetto fermò tutto, oggi è candidato alle primarie e pensa ancora a come trasformare quel pezzo di territorio: «Vent’ anni fa Firenze era una città che aveva capito l’ idea dello sviluppo policentrico, la strada seguita poi dalle città spagnole – dice il candidato – oggi lo stadio, l’ aeroporto e termovalorizzatore devono essere pensati in una dimensione metropolitana». Che succederebbe se Ventura sindaco ricevesse di nuovo una telefonata da un leader romano? «Lo inviterei a prendere un caffè», scherza il ministro ombra del Pd. Stasera Ventura sarà alle 21 al Saschall per presentare il suo programma (il buffet è per le ore 20, la festa è dopo all’ Otel). E anche Graziano Cioni ha diramato inviti via sms. Farà ancora l’ assessore nella eventuale giunta Ventura? «Per la giunta punto su giovani e competenze, con Graziano c’ è un accordo in chiaro», dice il ministro ombra. Parole che assomigliano ad un no. Ventura si presenterà stasera assieme al suo nuovo staff. Cioè al responsabile del suo comitato elettorale Gianni Salvadori (che sarà aiutato da Gianni Taccetti), dal suo portavoce Massimo Boccuzzi (lo stesso di Cioni) e dalla sua addetta stampa Francesca Zatini (del comitato fanno parte anche Francesco Bonifazi, Stefano Bruzzesi, Alfredo Esposito, Adamo Azzarello, Paolo Calosi, Gianni Bruschini, Elisa Sani, Sabatino Cerrato, Giuseppe Pantaleo e Onofrio Lopez). La priorità per Ventura sono la crisi economica e il sostegno alle famiglie. Oggi i candidati alle primarie si sono misurati a Controradio: un’ ora di faccia a faccia durante il quale più volte il candidato della Sinistra Eros Cruccolini ha attaccato Matteo Renzi: «Sono due anni che il Comune chiede alla Provincia di pagare il trasporto degli alunni handicappati, ma tu non l’ ha ancora fatto». E Renzi: «Balle, sono balle». E di nuovo Cruccolini: «Vuoi sfrattare il Cpa? Questa è una politica di destra». Subito dopo il candidato della Sinistra ha chiesto l’ apertura di un tavolo di confronto «per affrontare la crisi del sistema lavorativo della città e della sua area, dobbiamo dare sostegno alle famiglie e ai lavoratori». Anche Pistelli, durante il confronto a Controradio, ha tirato in ballo Renzi: «Facendo le primarie Obama non ha detto se perdo vado a casa, chi perde aiuta il vincitore e per questo non si deve accentuare la polemica». L’ ultima battuta è stata ancora di Cruccolini. Non senza autoironia: «Se il centrosinistra avrà il suo primo sindaco non vedente, il centrodestra presenterà uno zoppo?» Lastri se l’ è presa con Ventura: «Se ci si presenta per unire, perché si arriva poi ad aggiungere frammentazione con un candidato in più?» Frecciate a parte, Lastri ha proposto «notti sicure» per le donne che voglio vivere la città la sera: «Un accordo con i taxi per un ticket a costo prestabilito quando la chiamata arriva da discoteche e club. E anche una speciale linea Ataf nei fine settimana che colleghi tutti i principali locali della città». La candidata propone anche di migliorare l’ illuminazione in città. A Lady Radio invece, prendendo spunto dal nuovo palazzo sequestrato, Renzi ha chiamato in causa l’ urbanistica: «Adesso basta, bisogna avere il coraggio di cambiare». (m.v.)
 

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‘Entro la fine del mandato ok al piano e allo stadio a Castello’ – da repubblica

‘Entro la fine del mandato ok al piano e allo stadio a Castello’

Piano strutturale, ora il sindaco chiede ai capigruppo della maggioranza comunale di approvarlo prima di fine mandato, cioè entro aprile (2 mesi prima delle elezioni il consiglio comunale si scioglie). Leonardo Domenici ripete anche che per lui la destinazione prioritaria per il nuovo stadio resta quella di Castello. Ma Socialisti e Sinistra frenano: «Occorre guardare all’ area metropolitana, per esempio all’ Osmannoro», dicono Falciani e Pettini. I Verdi invece obiettano sui 45 mila metri quadri di case che le Ferrovie potranno costruire al Campo Marte: «Se non scompare questo passaggio noi non lo votiamo», annuncia il capogruppo Varrasi. «Forse non c’ è il tempo per tutti gli approfondimenti», pensa anche Pettini. Venerdì nuova riunione con i tecnici dell’ urbanistica. Tutti d’ accordo sulla necessità di approvare, insieme al bilancio e quindi in febbraio, un piano anticrisi per le famiglie (3 o 4 milioni di euro sarebbero già disponibili nel bilancio 2009). (e.f.)

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‘La Regione poteva andare a Castello perché non era previsto uno stadio’ – da repubblica

‘La Regione poteva andare a Castello perché non era previsto uno stadio’

In merito all’ area di Castello e alla possibile localizzazione del centro direzionale della Regione Toscana, «il protocollo d’ intesa del gennaio 2006 escludeva la realizzazione di impianti sportivi di massa nell’ area». Lo ha detto il direttore generale della presidenza della giunta regionale Valerio Pelini, ascoltato in commissione territorio e ambiente del consiglio regionale in merito a un’ indagine conoscitiva su Castello. L’ allegato A della delibera della giunta regionale del 16 ottobre 2006, che dava il via libera alla realizzazione nell’ area di Castello, fortemente caldeggiata dal Comune di Firenze, della nuova sede degli uffici regionali, inquadrava gli «impianti sportivi di tipo agonistico-spettacolare» fra le funzioni dequalificate e sottolineava il fatto che nell’ area di Castello non ne fosse previsto alcuno. Tanto meno uno stadio di calcio, che invece in mesi recenti il sindaco Leonardo Domenici, lieto di accogliere la proposta di Diego Della Valle, ha indicato come elemento qualificante dell’ insediamento. L’ inchiesta della procura fiorentina, che ha ottenuto in novembre il sequestro dell’ area di proprietà Fondiaria Sai dove sarebbero previsti edifici privati e pubblici e un parco di 80 ettari e dove il 30 settembre 2008 è stata inserita anche la previsione dello stadio, ha mostrato il tira e molla fra Comune, Provincia e Regione sui destini di quei 180 ettari vicini all’ aeroporto. Pelini ha ripercorso i vari passaggi legati alla possibile localizzazione del centro direzionale della Regione nell’ area e risposto alle numerose domande dei consiglieri. In particolare Paolo Marcheschi (Fi-Pdl) ha chiesto chiarimenti sul «cambio di orientamento della Regione, che per concentrare gli uffici nella città prima acquista gli immobili nel centro di Firenze, fra cui alcuni in via Cavour da fondi gestione legati anche a Fondiaria, e poi invece cambia orientamento manifestando interesse per Castello, avendo però già acquistato alcuni palazzi nella zona di Novoli». Pelini ha ricordato come «a Castello si sarebbero dovute concentrare le funzioni pregiate» di vari enti pubblici e sottolineato come contro la sede a Novoli il Comune di Firenze avesse manifestato «riserve a concentrarvi troppe realtà direzionali pubbliche, per non far diventare la zona un quartiere dormitorio». Riserve sulla vicenda sono state espresse dai consiglieri di An-Pdl Marco Cellai e Andrea Agresti, che ha proposto di «azzerare ogni previsione urbanistica fatta finora nell’ area di Castello e riprogettare tutto attraverso un concorso di idee aperto ad architetti internazionali».
 
      

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Ambientalisti, guerra alla giunta ‘Fermate il piano strutturale’ – da repubblica

Ambientalisti, guerra alla giunta ‘Fermate il piano strutturale’

FRANCA SELVATICI

«Stop al piano strutturale. La giunta degli scandali urbanistici vorrebbe concludere il lavoro, accampando motivi di ordine economico e di occupazione. Impediamo loro di fare altri danni». Lo chiedono i Comitati dei cittadini di Firenze, che fanno parte della rete di Alberto Asor Rosa. Insieme con Italia Nostra, con il Comitato per la tutela paesaggistica del Galluzzo e con il Comitato ex Panificio Militare (Novoli e Rifredi), sollecitano la moratoria del piano strutturale fiorentino: che – accusano – prevede tre milioni di metri cubi di edificazioni in più (il 25% dei quali su nuovo suolo, il resto su aree dismesse, fra cui quelle ferroviarie), oltre all’ enorme operazione speculativa di Castello, alla rinuncia al disegno pubblico della città grazie a una sorta di prelazione agli imprenditori privati attraverso l’ istituto dell’ avviso pubblico, alla manomissione delle colline. «Il nuovo piano strutturale – spiega Maria Rita Signorini di Italia Nostra – introduce il nuovo concetto di collina urbana ed extraurbana. Molte aree collinari, sinora inedificabili, sono state incluse nell’ abitato. Così fra il Galluzzo e San Gaggio, così anche Rocca Pilucco e la collina delle Romite, il che fa pensare che saranno inzeppate di funzioni. Addirittura il parco ottocentesco della Villa dei Grandi Invalidi è stato diviso in due, una parte lasciata a parco urbano, l’ altra annessa ad abitato denso. è una cosa totalmente nuova, che fa rabbrividire». Secondo Italia Nostra e i Comitati, la salvaguardia delle colline – un punto fermo sin dal primo piano regolatore fiorentino, ribadito con l’ istituzione del parco delle colline – è messa a rischio dal nuovo piano strutturale, all’ interno del quale è stato denunciato anche l’ innalzamento della quota altimetrica del limite inferiore del parco delle colline. Peraltro – accusano i Comitati – l’ aggressione è già in atto da tempo a suon di varianti e di piani di recupero che sfruttano la possibilità, prevista dall’ attuale regolamento urbanistico, di demolire i cosiddetti edifici fuori contesto (vecchie manifatture, autorimesse, depositi di materiali, le cosiddette classi 6) e di sostituirli costruendo nuovi immobili con un «premio» in termini di aumento di volumi. In questo settore la società di progettazione Quadra, fondata nel 2000 dall’ ex capogruppo del Pd in Palazzo Vecchio Alberto Formigli e dall’ attuale presidente dell’ Ordine degli architetti Riccardo Bartoloni, è stata straordinariamente feconda. I Comitati si chiedono se ciò non dipenda dal fatto che durante la giunta Primicerio l’ architetto Bartoloni fu uno dei consulenti incaricati, fra l’ altro, di individuare gli immobili «fuori contesto». Al Galluzzo, in aree agricole di particolare pregio o nel centro storico minore dove non si può neppure aprire una finestra a tetto, la Quadra sta costruendo 18 villette a schiera in via del Podestà (il consiglio comunale ha approvato una variante al piano regolatore per consentirglielo), un edificio detto il radiatore (9 appartamenti) in via Silvani, un palazzo di 18 appartamenti in via Buondelmonti (in un’ area originariamente destinata a verde pubblico) e un edificio commerciale progettato personalmente da Formigli in via delle Bagnese, dove c’ è chi non riesce neppure ad ottenere il permesso di installare un cancello. Lo ha raccontato il presidente del Comitato del Galluzzo Maurizio Toma, che ringrazia il consigliere di An Giovanni Donzelli per le sue battaglie per la salvaguardia delle colline. Sui quattro interventi Quadra del Galluzzo, i Comitati, Italia Nostra e alcuni residenti hanno presentato una serie di esposti, chiedendo il sequestro dei cantieri.

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Scontro sulle scelte urbanistiche – da repubblica

Scontro sulle scelte urbanistiche

ERNESTO FERRARA

Urbanistica, scoppia la guerra fra i candidati alle primarie del centrosinistra. «Basta con la politica urbanistica di Gianni Biagi, Enrico Bougleux e Alberto Formigli, vogliamo dircelo o no che in questi anni qualche problemino l’ abbiamo avuto?», attacca Matteo Renzi ricordando che sia gli ex assessori all’ urbanistica delle giunte Domenici e Primicerio che l’ ex capogruppo del Pd in Comune, già presidente della commissione urbanistica, sostengono oggi Lapo Pistelli nella corsa per il sindaco. E se Pistelli, davanti alla platea delle principali cooperative dei costruttori (Arcat Legacoop, Confcooperative Toscana Federabitazione e Agci Abitazione) che hanno invitato i candidati alle primarie a dire la loro sul tema dello sviluppo della città, avverte che «è essenziale che questa giunta approvi il piano strutturale, altrimenti tra un anno questa città si ferma e 5mila posti di lavoro sono a rischio», anche su questo Matteo Renzi ci tiene a segnare «totale discontinuità». «Se questa giunta vuole approvare il piano strutturale è libera di farlo, ma il mio giudizio è politico e non è per niente positivo: il documento attualmente in discussione manca di un’ idea forte, ha un’ impostazione molliccia che può andar bene per Barletta o per Udine», dice Renzi. «Ritengo che il più grande errore urbanistico degli ultimi 15 anni di Firenze sia stato il permettere la costruzione, in quel modo e con quelle volumetrie impressionanti, della scuola Marescialli a Castello: l’ unica cosa che abbiamo fatto in quell’ area enorme è stata quella», aggiunge il presidente della Provincia sottolineando che fu proprio durante la giunta Primicerio (l’ assessore all’ urbanistica era Bougleux) che si compì quella scelta. A favore dell’ approvazione del piano strutturale (il principale strumento urbanistico della giunta Domenici, quello che stabilisce i metri quadri di superficie da impegnare nei vari settori) si dicono anche gli altri concorrenti del Pd, cioè Daniela Lastri («Occorre anche recuperare un rapporto migliore con la Regione sul tema dell’ edilizia popolare», propone) e Michele Ventura («Per qualsiasi nostra scelta occorrerà ragionare in un’ ottica metropolitana», fa notare), mentre Eros Cruccolini della Sinistra afferma che ci sono delle modifiche da apportare, cioè lo stadio nuovo da fare all’ Osmannoro e non a Castello e le nuove case previste al Campo di Marte: «I 45 mila metri quadri che dovrebbero costruire le Ferrovie vanno ridotti», sostiene il candidato espressione della Sinistra. Anche Renzi scende nel merito: «Ci sono alcuni articoli troppo tecnici e dettagliati, un piano strutturale non dovrebbe scendere così nel particolare. E poi si fa solo accenno alla possibilità del cohousing sociale (le case per i più bisognosi, ndr)», dice. «Dovremmo anche riflettere su alcune delle cose che ci fanno notare i comitati cittadini: dobbiamo porre anche una questione etica», aggiunge il presidente della Provincia. «Il piano strutturale va portato in fondo dall’ amministrazione attuale, la prossima dovrà dedicare i suoi sforzi solo al regolamento urbanistico (che definisce i metri cubi da costruire, ndr)», insiste Pistelli che propone anche di riflettere su «una possibile riduzione degli oneri di urbanizzazione comunali» e di eliminare i doppioni nella gestione delle politiche abitative («Non si può avere una società come Casa spa e un ufficio casa del Comune»). Daniela Lastri propone di modificare il regolamento comunale che prevede il 20% delle superfici di nuova trasformazione per l’ affitto calmierato: «Si devono alzare i limiti di reddito per l’ accesso». «Secondo noi il piano strutturale deve essere approvato: senza regole saranno solo i poteri forti a costruire», conclude il presidente di Arcat Adolfo Moni. Chi sosterranno le cooperative? «Il pensiero unico non esiste», replica.

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‘Rotazione per i dirigenti urbanistica’ ‘A chi mi appoggia non ho promesso nulla’ – da repubblica

‘Rotazione per i dirigenti urbanistica’ ‘A chi mi appoggia non ho promesso nulla’

ERNESTO FERRARA

«CREDO che nel settore dell’ urbanistica ci sia bisogno di una rotazione per quanto riguarda i dirigenti: non si può stare troppi anni nello stesso posto». Lo ha detto il candidato del Pd Lapo Pistelli martedì ad un incontro pubblico per le primarie a Sant’ Andrea a Rovezzano. «Non ho promesso nulla a nessuno, chi ha scelto di appoggiarmi non lo ha fatto perché avrà qualcosa in cambio ma per libera scelta», ha aggiunto riferendosi al sostegno già ricevuto da Alberto Formigli, ex capogruppo del Pd indagato per corruzione nell’ inchiesta sulla società di progettazione Quadra, e Gianni Biagi, ex assessore all’ urbanistica indagato per corruzione nell’ inchiesta su Castello. Pistelli ha anche invocato una «rapida azione della magistratura sull’ area di Castello e del cinema multiplex di Novoli». Entrambe le aree sono sotto sequestro per due vicende diverse: «Il principio della velocità e dello scrutinio pubblico non deve valere solo per la politica». «Il regolamento di polizia urbana è un elenco di divieti, va rivisto», ha anche annunciato Pistelli.

       

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Seves, il progetto della discordia ‘Quel piano era della Quadra’ – repubblica

Seves, il progetto della discordia ‘Quel piano era della Quadra’

FRANCA SELVATICI

NELLA drammatica controversia sulla Seves, l’ azienda di Castello specializzata nella produzione di mattoni di vetro di alta qualità per l’ architettura e l’ arredamento, si inserisce un nuovo tassello. E’ un tassello firmato Quadra. Nel tumultuoso consiglio comunale del 2 febbraio si è discusso del progetto di realizzare residenze al posto della fabbrica, in cambio di una sua nuova collocazione nell’ area fiorentina. Il progetto, in verità, sembra già essere stato accantonato dall’ azienda. Ma circa due anni fa la Seves aveva presentato una osservazione al piano strutturale, in cui si ipotizzava un possibile trasferimento della fabbrica e future destinazioni dell’ area. La osservazione era stata accolta dalla giunta e le previsioni di edilizia residenziale di recupero (cioè in sostituzione di altri fabbricati) erano state portate da 54 mila a 84 mila metri quadri. Uno dei progetti di trasformazione dell’ area Seves era stato commissionato alla Quadra, la società di progettazione fondata nel 2000 da Riccardo Bartoloni, attuale presidente dell’ Ordine degli architetti, e da Alberto Formigli, consigliere comunale, già presidente della commissione urbanistica e poi capogruppo Pd, nonché socio Quadra fino al 2004. Niente di strano né di illegale. La Quadra è specializzata proprio nei progetti di recupero delle aree produttive dismesse. Nel caso specifico, tuttavia, si profilerebbe un nuovo caso di potenziale conflitto di interessi, visto che del destino dell’ area si è discusso e si discute in consiglio comunale. La Seves è in grave difficoltà. Oltre cento operai sono in cassa integrazione. Il forno è spento. Il 2 febbraio in consiglio comunale sono volate parole pesanti. Giovanni Donzelli di An ha accusato il Pd di piangere «lacrime di coccodrillo in difesa degli operai». «Sono troppo abituati – ha detto – ad agevolare le trasformazioni di ex fabbriche ed ex capannoni in appartamenti, sono ormai più amici di costruttori e progettisti che degli operai». Nel corso della agitatissima seduta, il Pd è stato battuto su un emendamento presentato da Rifondazione e votato dal centrodestra, secondo cui la destinazione dell’ area Seves – ha spiegato il capogruppo di Rifondazione Anna Nocentini – «deve rimanere produttiva, non disponibile per le speculazioni immobiliari». All’ interno del Pd ha prevalso invece la preoccupazione che i proprietari della Seves, due fondi di private equity, uno americanoe uno belga, puntinoa chiudere la fabbrica di Firenze e a concentrare la produzione in Cecoslovacchia. I manager, detentori del 10% della società, avevano immaginato un trasferimento della fabbrica, che è un’ industria insalubre di prima categoria, dalla sua ubicazione storica a Castello, mantenendola però in area fiorentina, a condizione che le spese potessero essere coperte da una nuova destinazione residenziale della vecchia sede. Sono state consultate due grosse imprese immobiliari – spiega l’ ex presidente Luciano Zottola – ma l’ operazione è risultata impossibile. In dicembre la proprietà ha annunciato che avrebbe chiesto al Comune di togliere dal piano strutturale la richiesta di cambio di destinazione d’ uso, da industriale a residenziale, e che, data la crisi, lo stabilimento sarebbe rimasto a Castello. Ha smentito altresì le voci di chiusura. C’ è chi teme, tuttavia, che questo passo indietro possa preludere all’ abbandono della fabbrica fiorentina. Il Pd ha difeso la scelta di consentire una eventuale trasformazione dell’ area, pur di garantire una nuova rinascita della Seves in area fiorentina.
 

       

 
 

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COSA PREVEDE

Il Piano Strutturale, che sostituirà
il Piano Regolatore, prevede per Firenze:

  • tre milioni di metri cubi di
    edificazioni in più ( su nuovo suolo e su aree dismesse)

  • sancisce la rinuncia al disegno
    pubblico della città grazie a una sorta di prelazione agli

  • imprenditori privati attraverso l
    ́istituto dell ́avviso pubblico.

  • da il via libera alla manomissione
    delle colline.

 

Per Castello, compreso nella UTOE 1 (
Unità Territoriale Organica Elementare 1 Castello-Le Panche) il
Piano Strutturale prevede l’insediamento di 3.300
persone da
alloggiare su aree industriali “trasformabili”:

– la ex-Cerdec dismessa
dal 1999

– la Seves ancora attiva ma a rischio
chiusura con il licenziamento di 180 dipendenti,

– il complesso ex-star color ex-Niccoli
e Naldoni di Via Bellagio attualmente sede del Centro Sociale Autogestito nEXt Emerson

Altre 3.300 persone a Castello; Un
raddoppio di fatto dell’attuale popolazione!

Tutte in un caseggiato con le
caratteristiche del borgo, con poche strade strette e a senso unico, su cui già pesano i futuri
progetti dell’area Ligresti e l’Alta Velocità, un’aumento della densità abitativa che sconvolgerebbe
Castello. Tutto in barba alla tutela del “parco storico delle colline e delle ville”.

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IL NO dei cittadini di Castello al PIANO STRUTTURALE

LE OSSERVAZIONI DEI CITTADINI presentate già nel 2005 e…

… IGNORATE DALLA GIUNTA DOMENICI

Premessa

Le presenti osservazioni nascono dalla presa d’atto delle continue
episodiche e non coordinate trasformazioni del territorio della zona
in cui sono inseriti i centri storici di Castello, Quarto, il Sodo –
Le Panche, nella fascia pedecollinare a monte della ferrovia fino al
confine comunale con Sesto Fiorentino (corrispondente alla UTOE n° 1
e 27, TAV. 11 Piano) e nell’area cosiddetta "Fondiaria"
posta immediatamente a valle della ferrovia (corrispondente alla UTOE
n° 2, TAV 11 Piano).

La popolazione residente, che si esprime attraverso le
associazioni: Atletica Castello, Circolo Ricreativo Culturale di
Castello, Comitato del "Sodo" inoltre attraverso Partiti,
Parrocchie e privati cittadini costituiti in un osservatorio per la
tutela e la valorizzazione ambientale e dei Centri Storici Minori,
sottoscrive, rappresentata da singole persone fisiche, le
Osservazioni che seguono.

A) Il Piano Strutturale delinea una Organizzazione Urbanistica
Territoriale basata sulle UTOE = Unità Territoriali Organiche
Elementari a cui sono anche riferiti gli standard urbanistici cioè
densità di popolazione in rapporto ai servizi pubblici esistenti
(scuole, servizi socio sanitari, strutture pubbliche, asili nido,
verde pubblico, parcheggi ecc.) che, in definitiva, definiscono la
qualità della Vita Urbana.

Castello è inserito nella UTOE n° 1: Il Centro Storico di
"Castello – Le Panche" immediatamente a monte della
ferrovia considerata una barriera urbanistica a tutti gli effetti.

Nel progetto del Piano, Tomo III a pag. 10 dove è riportato
l’elenco delle Unità Territoriali Organiche Elementari la U.T.O.E.
1) Castello- Le Panche è così definita:

"Castello – Le Panche: U.T.O.E. corrispondente a un
sub-sistema insediativo urbano (borgo storico di Castello,
insediamenti produttivi de-consolidati della fascia pedecollinare,
addizioni recenti lungo Via Sestese, borgo storico di Quarto,
addizioni novecentesche, quartieri recenti e insediamenti produttivi
de-consolidati lungo Via R. Giuliani). Questa unità ha caratteri
molto omogenei e una serie di problemi che possono facilmente trovare
una soluzione concertata. Comprende un certo numero di interventi di
trasformazione di alcuni comparti ex produttivi dismessi o in via di
dismissione, ma è molto vicina all’equilibrio. Il Piano ne programma
una sostanziale difesa." Tale ultima affermazione risulta in
realtà contraddetta nelle scelte operate per i seguenti motivi:

Il Piano definisce anche le Invarianti Strutturali ed in
particolare le Invarianti di mantenimento che identificano le zone
A2: Inalterabilità del paesaggio storico collinare, con relativa
disciplina. (TAV. 10 allegata sub. A)

Per quanto riguarda Castello e Quarto mentre la tutela
paesaggistica affidata alla Soprintendenza ai Monumenti (D.M. del
23/12/1952) attualmente vigente prevede il limite a valle di Via R.
Giuliani, dal termine fino al Sodo, Via dell’Osservatorio, Via di
Boldrone, Via della Quiete, Via delle Gore (All. B), la Invariante
strutturale definisce il limite della inalterabilità del paesaggio
storico collinare (corrispondente alla delimitazione a monte della
UTOE n° 1 All. C) con Via di Bellagio, Via di Castello, Parco della
Villa di Castello, Chiesa di S. Michele a Castello, Via S. Michele a
Castello, Via della Petraia, Via di Boldrone, Via della Quiete, Via
delle Gore.

Di fatto  tale delimitazione che non prevede invarianti può
consentire di spostare ancora verso monte il limite del Parco Storico
delle colline così come definito dal P.R.G. vigente (All. D) che è
delimitato da Via di Bellagio, Via R. Giuliani, Atletica Castello,
Viottolone della Villa di Castello, Parco della Villa di Castello,
Via del Pontormo alto, Via della Querciola, Via R. Giuliani, Via
della Petraia, Via G. Ricci, giardino Villa Pazzi, terreni a valle
della Quiete, Via della Quiete, Via delle Gore.

La delimitazione della UTOE n° 1 verso monte potrà consentire in
definitiva la progressiva erosione dello stato primitivo delle aree
agricole collinari o immediatamente pedecollinari che fanno o
facevano parte con le case coloniche e i relativi poderi del
complesso delle Ville monumentali di Castello (vedi pianta dei
terreni che formano l’Imperial Fattoria di Castello del 1810
allegata) e di Quarto. Il dato di fatto è storicamente documentato
dall’inserimento progressivo avvenuto in più rate nel lontano e nel
più recente passato di edifici industriali quali Ex Saivo, ex
Cerdec-Degussa, ex Chi-ma e di altre strutture quali la scuola
prefabbricata del Pignone su 3 piani (materna ed elementare e asilo
nido) di Via del Pontormo, in zone sottoposte a tutela paesaggistica
vincendo sempre le resistenze della Soprintendenza ai Monumenti ora
Soprintendenza per i Beni Architettonici ed il Paesaggio e per il
patrimonio Storico Artistico e Demo-etnoantropologico.

Castello risale all’epoca della centuriazione romana, il toponimo
deriva da "Castellum" o deposito d’acqua dell’acquedotto
romano che dalla Chiusa di Calenzano, seguendo nel tratto che ci
interessa, Via di Castello, portava l’acqua a Firenze.

Le numerosissime case torri medioevali presenti nel territorio,
intorno alle quali sono state successivamente edificate Ville e case
coloniche facevano di questa zona la porta Nord Ovest della città
insieme alle Chiese e ai Borghi con le loro corti.

I Medici e numerose famiglie fiorentine che vennero a stabilirsi
nel Rinascimento a Castello investirono in queste Ville Fattorie in
arte, scienza e cultura. Numerose pubblicazioni a cura del ex
Quartiere 9 ora 5, della Cassa di Risparmio di S. Miniato, della
Parrocchia di S. Michele a Castello, del Consiglio Nazionale delle
Ricerche (vedi bibliografia allegata) illustrano la storia,
l’architettura e i depositi artistici e storici presenti, i giardini,
le piante, le coltivazioni e i frutti, le sistemazioni idrauliche per
l’irrigazione e per l’allontanamento delle acque piovane.

In definitiva un pezzo unico della Firenze rinascimentale
sconosciuto ai più del quale non esiste ancora un completo
inventario.

In questo quadro di riferimento non possiamo perseverare nella
erosione delle aree limitrofe alle Ville fino sull’uscio della Villa
di Castello sede dell’Accademia della Crusca o fino al muro di cinta
della Villa della Quiete anche se questo avviene per ora solo in modo
cartaceo e sempre sotto i limiti imposti dal D.M. del 23/12/1952
escludendo dalle aree protette dal limite della inedificabilità la
stessa Villa Corsini e il Viale di ingresso alla Villa di Castello.

E’ l’idea stessa di non includere le aree agricole e a verde
privato esistenti comprese fra il centro storico di Castello e le
Ville fra le aree del paesaggio storico collinare come invarianti, di
mantenimento A2 che non risponde neppure alle linee guida del Piano
Strutturale ("Fare una città più bella e più giusta; città
in villa o città delle colline"). Ciò compromette qualsiasi
futuro possibile sviluppo turistico e museale di tutta l’area che in
tempi di magra rappresenta una notevole risorsa economica da
valorizzare.

E’ fondamentale che fra l’abitato del centro Storico di Castello,
del Sodo e delle Panche e l’unghia della collina siano mantenute a
verde aree comprese fra le costruzioni esistenti e le Ville del Parco
Storico al fine di creare una zona con la funzione di filtro
ambientale individuando i percorsi collinari esistenti e di notevole
valore non indicati nel quadro conoscitivo. Una parte di queste aree
a partire dal confine dei parchi di Villa Corsini e Villa Petraia
risulta inclusa nella A.N.P.I.L. del terzolle (Si allega planimetria
sub. E).

Il Patrimonio Storico, Artistico Culturale e Paesaggistico di
Castello e di Quarto non è un patrimonio di esclusivo godimento
degli abitanti del luogo ma è un pezzo consistente di quello della
Città di Firenze a meno che non si vogliano considerare le residenze
estive dei Medici e delle più importanti famiglie fiorentine del
Rinascimento una pura annotazione storico letteraria. Si allega, in
proposito, sub. P un contributo dell’Arch. Marco Zingoni, urbanista,
che rifacendosi alle prescrizioni del P.T.C. individua una serie di
carenze notevoli del Piano Strutturale sotto questo aspetto.

B) Nella Tavola 11 (All. F e G) dove risulta individuato la
U.T.O.E. n° 1 è prevista un’area di trasformazione, corrispondente
alla superficie occupata dalla ex Cerdec ex Colorificio Degussa ex
Romer e dalla SEVES, ex Vetroarredo ex Saivo, per una superficie di
circa mq. 83.000.

Tale area si colloca in fregio alla Via R. Giuliani ed è compresa
fra Via della Petraia e Via G. Ricci.

La disciplina prevista per tali aree (Progetto Tomo III) pag. 11
n° 6 esordisce affermando che: a) "corrispondono quasi tutte a
complessi immobiliari dismessi o in corso dismissione". Inoltre
prevede che: b) "la determinazione delle destinazioni che
potranno essere insediate viene rimessa ad una procedura decisionale
fondata su una serie di analisi di convenienza territoriale,
ambientale, economica, sociale, culturale".

Nella disciplina di gestione (pag. 11 n° 8 penultimo comma) si
prevede inoltre:

"Saranno escluse ulteriori aperture di centri commerciali,
nonchè di medie o grandi strutture di vendita, al di fuori di quanto
previsto nell’elenco approvato con la delibera del consiglio comunale
in vigore all’atto dell’approvazione delle presenti Norme. Solo
all’interno delle Aree di trasformazione individuate nelle UTOE
5-6-12-17-21 si potranno eventualmente ammettere medie strutture di
vendita correlate al recupero urbano delle aree medesime: Nell’UTOE
21 inoltre le medie strutture di vendita potranno essere ammesse
anche in edifici esterni alle aree di trasformazione, se finalizzate
alla qualificazione del sistema commerciale di settori urbani
definiti dal Regolamento Urbanistico."

Nella Tavola 11 relativa alla UTOE n° 1 il Piano prevede un
intervento complessivo riconducibile in larga parte all’area di
trasformazione del Sodo, con un insediamento residenziale di 3.360
abitanti e un insediamento commerciale e direzionale su superficie di
recupero di 15.000 mq.

Tale previsione relativa all’area di trasfomazione si rivela
totalmente in contrasto con le affermazioni precedenti e non è
accettabile così come proposta per i seguenti motivi:

1) perchè con l’insediamento previsto si cambierebbe l’assetto
urbanistico, economico e sociale di Castello e del Sodo raddoppiando
quasi la popolazione attualmente residente, in un area già carente
di servizi pubblici e con una viabilità già al collasso.

2) perchè la previsione è basata sostanzialmente su un
presupposto errato e cioè che la SEVES ex Vetroarredo (ex SAIVO) sia
una azienda in fase di dismissione mentre è attualmente sede di una
società vetraria multinazionale con 225 dipendenti circa in piena e
proficua attività, che gode ottima salute.

Le previsioni in questione, nella attuale congiuntura del mercato
mondiale, avrebbe l’unico merito di favorire, se se ne presentasse
l’occasione oppurtuna, la delocalizzazione dell’azienda con
gravissime conseguenze dal lato occupazionale.

3) Castello, il Sodo e l’area pedecollinare sono attraversate da
correnti di traffico da e verso Sesto Fiorentino da e verso
l’Ospedale di Careggi su direttrici viarie adatte un tempo per i
pedoni, il calesse e il cavallo (Via di Castello, Via di Boldrone,
Via Giuliano Ricci, Via delle Panche, Via dell’Osservatorio, Via
delle Montalve, Via R. Giuliani) che interferiscono in maniera
pesantissima con la residenza. Un ulteriore carico urbanistico come
quello ipotizzato porterebbe al collasso e al degrado totale delle
aree in prossimità delle Ville Medicee, di Villa Corsini e di Villa
la Quiete. (vedi foto aeree All. sub. H-I-L).

C) VIABILITA’

Nello Statuto dei Luoghi e Normativa di Attuazione Titolo II art.
9 disciplina delle invarianti strutturali e statuto dei luoghi titolo
B "invarianti strutturali di programma" al capitolo B4
viene trattata la circonvallazione Nord – Varlungo – Castello.

A tale proposito si fa presente quanto segue:

1) La viabilità di superficie in fase di realizzazione che da Via
Caldieri convoglierà il traffico a Careggi in zona Via delle Gore e
Cappelle del Commiato avrà forse il merito di allegerire il traffico
su Via Vittorio Locchi ma creerà i seguenti problemi:

a) una nuova ferita nel territorio pedecollinare immediatamente a
valle della Villa dè Pazzi, della Villa la Quiete e della Loggia dei
Bianchi, di difficile rimarginazione.

b) sarà utilizzata, ovviamente come 1° tratto della
circonvallazione Nord, funzione attualmente svolta da Via di
Castello, Via di Boldrone, Via delle Montalve, Via della Quiete, Via
P. Dazzi, Via delle Logge dè Bianchi, Via delle Gore, Careggi ecc.
fino ai Massoni o fino a Via Bolognese e alla Via Faentina intasando,
come già avviene, tutta la viabilità intorno a Careggi, Ospedale
Regionale e d’interesse nazionale (vedi nuovo ospedale Mayer).

c) incrocerà le seguenti direttrici di traffico:

Via delle Panche (verso Sesto Fiorentino); Via Reginaldo Giuliani
(da e verso Sesto Fiorentino);  Via della Quiete da Sesto
Fiorentino

E’ molto probabile che tali incroci rallenteranno notevolmente il
flusso del traffico crendo in determinati casi momenti di crisi e di
congestione.

D) U.T.O.E.  n° 2

Gli interventi previsti nella U.T.O.E.  n° 2 interesseranno
di riflesso la U.T.O.E.  n° 1 anche se la comunicazione fra le
due aree è attualmente impedita dalla barriera fisica della linea
ferroviaria,  dal prolungamento della Via Perfetti Ricasoli
nonchè dal mancato collegamento del sottopassaggio a 4 corsie che
fiancheggia il parcheggio scambiatore di Castello con la Via Perfetti
Ricasoli che attualmente lo rende pressochè inutilizzabile.

La trasformazione di questa periferia urbana posta nella campagna
Medicea può avviare due processi diametralmente opposti:

a) Interventi episodici non collegati fra loro e con il contesto
storico-culturale e paesaggistico esistente, privi dei servizi
fondamentali necessari che precipiterebbero questa periferia nel
degrado e nell’anonimato.

b) Interventi completi sotto tutti gli aspetti che possano
ricreare una nuova identità e il senso di appartenenza alla città
con notevoli vantaggi sociali, politici ed economici  per gli
insediamenti esistenti e futuri sia per il prestigio che per la
storica posizione strategica di Porta Nord Ovest di Firenze.

PERTANTO CON LE PRESENTI OSSERVAZIONI SI CHIEDE:

(per quanto esposto in A):

1) Tutte le aree agricole esistenti nonchè le aree pedecollinari
destinate a verde  poste a valle degli insediamenti di valore
storico artistico vengano incluse nella zona A2 delle Invarianti
strutturali in cui è prevista la Inalterabilità del paesaggio
storico con relativa disciplina e ciò indipendentemente dalla
delimitazione della UTOE n° 1. A tale scopo si allegano le
fotografie aree delle aree in oggetto con la sovrapposizione delle
delimitazioni di P.R.G., progettate dal Piano, e richieste con la
presente Osservazione. (All. H – I) Si allega inoltre un estratto del
Piano Strutturale opportunamente ingrandito con alcune fotografie e i
relativi punti di ripresa delle aree agricole e di "filtro"
esistenti nella fascia pedicollinare ai fini di una più precisa e
documentata rappresentazione dello stato di fatto. (All. L-M)

2) Si chiede che venga incluso fra i percorsi collinari quello
indicato nella cartografia allegata integrata dalla documentazione
fotografica.Tale percorso è stato già sperimentato in occasione
della Settimana dei Beni Culturali del 2004 a cura della
Soprintendenza dei Beni Architettonici e del Paesaggio e della
Parrocchia di S. Michele a Castello di cui si unisce pure la
documentazione. (All. N)

(per quanto esposto in B):

1° Che nella fase attuale per l’area di trasformazione del Sodo
venga eseguito solamente il piano particolareggiato della
trasformazione dell’Area della Cerdec ex Degussa Ex Romer prevedendo
la realizzazione di una fascia di rispetto per la Villa Corsini lungo
Via Giuliano Ricci e la realizzazione di una piazza (tipo grande
corte) interna, sul retro dell’ex Asilo Ritter che potrebbe essere
destinato utilmente ad una funzione sociale di tipo pubblico.

2°) Che la residenza venga calcolata in base alla capacità
ricettiva in ordine ai servizi e alle attrezzature pubbliche già
esistenti sul territorio e a quelle realizzabili nella stessa area di
trasformazione e comunque insediamenti residenziali con altezza fuori
terra non superiore a 6 mt. e quote di residenza non superiori a 100
unità abitative.

3°) Che non venga realizzato alcun centro commerciale ma siano
previsti esercizi commerciali di vicinato al fine di rivitalizzare il
Centro Storico di Castello con una piazza – corte, che godrebbe di
centri di pubblico interesse quali la Casa del Popolo con il suo
Circolo ricreativo, la Chiesa di Via della Petraia con l’Istituto S.
Luigi, l’ex asilo Ritter da riqualificare. Le tipologie presenti
delle antiche corti di Castello circostanti potrebbero essere il
riferimento storico e architettonico. I numerosi Centri Commerciali
vicini (Ipercoop e Esselunga di Sesto Fiorentino già soffrono di
eccesso di offerta).

4°) Che si preveda fino da ora la possibilità o meno di un
raccordo fra la Via Reginaldo Giuliani e la Via Sestese per una
immissione regolata dei veicoli provenienti dall’area di
trasformazione in questione sulla media e la grande viabilità. Senza
un raccordo efficiente la trasformazione dell’area risulterebbe
estremamente problematica.Tale raccordo potrebbe svincolare nella
fase attuale il traffico pesante proveniente dalla SEVES dalla piazza
del Sodo e dalla stretta Via del Sodo alleggerendo in modo
determinante gli intasamenti periodici della piazza e di Via delle
Panche.

5°) Che vengano previste adeguate quote di edilizia convenzionata
le cui ultime realizzazioni a Castello risalgano agli anni ’80.

(per quanto esposto in C):

1) Che venga progettato e finanziato rapidamente con i contributi
regionali e statali il progetto di sottopasso del Sodo nell’ambito
della realizzazione della tangenziale secondo quanto previsto dai
progetti della viabilità di accesso al Polo Ospedaliero di Careggi
ed un eventuale alternativa al 2° stralcio del progetto in questione
. Tale intervento risolverebbe in parte i problemi del traffico nella
UTOE n° 1.come previsto dall’ O.d.g. del Consiglio Comunale del
12/01/2005).

2) Che venga ridotto al massimo con opportuni accorgimenti
l’impatto ambientale e paesaggistico degli interventi in corso di
esecuzione (vedi foto panoramica All. sub. N).

(per quanto esposto in D):

1) Nel territorio della U.T.O.E. n° 2 a confine con la ferrovia e
Castello vengano previsti interventi di edilizia residenziale anche
convenzionata al fine di garantire uno sviluppo urbano che non
comprometta l’assetto attuale della zona pedecollinare.

2) Sia valutata con attenzione l’area di trasformazione "Fanfani"
che interessa attualmente edifici per attività artigianali e
industriali in fase di ultimazione per i quali sono state rilasciate
recentemente le relative concessioni.

3) Che gli interventi previsti tengano conto della relazione in
cui si verranno a trovare sotto tutti gli aspetti: viabilità,
paesaggio, servizi ecc. con la fascia pedecollinare a monte, in
relazione ad una ulteriore valorizzazione dei suoi depositi artistici
e storici per una crescita sociale e culturale della popolazione oggi
ed in futuro residente. Si allega a tale proposito sub. una analisi
del Piano Strutturale dell’area in questione da un punto di vista
urbanistico dell’Arch. Marco Zingoni.

Viene richiesto pertanto che venga fornita una informazione
preventiva ai cittadini tramite gli organismi istituzionali,
Quartiere e Comune, sia tramite stampa, sia per mezzo delle realtà
di aggregazione presenti sul territorio.

Confidando nell’attenzione dell’Amministrazione Comunale e
nell’accoglimento delle osservazioni sopra illustrate porgono
distinti saluti.

Firenze, 28 febbraio 2005

BIBLIOGRAFIA

— Quartiere 9 – CASTELLO – Campagna Medicea – perifeia urbana

Studio GE9 1984

— Le Ville e i Giardini di Castello e Petraia a Firenze

Cristina Acidini Luchinat – Giorgio Galletti

Pacini Editore Via Gherardesca 56014 Ospedaletto (PI) edito a
cura della Cassa di Risparmio di S. Miniato S.p.A.

— Agrumi frutta e Uve nella Firenze di Bartolomeo BIMBI pittore
Mediceo

Consiglio Nazionale delle Ricerche

(Enrico Baldini, Elvio Bellini, Piero Fiorino, Piero Luigi
Pisani, Franco Scaramuzzi)

— CASTELLO itinerario tra le Ville – Quartiere 9 – Studio GE9
Firenze – Aprile 1990

— Itinerario nel territorio di Castello a cura di Laura Mercanti
e Giovanni Straffi a cura del Comune di Firenze e Consiglio di
Quartiere 5 (Commissione Cultura Quartiere 5).

— La Prioria di S. Michele a Castello in occasione del restauro
della Madonna del Trecento – Stefano Bertocci, Monica Bietti Favi,
Rossella Lari (Firenze 1994 All’Insegna del Giglio)

Alcune delle pubblicazioni sopra indicate contengono una più
ampia bibliografia relativamente alla U.T.O.E. n° 1.

 

Pubblicato in Piano Strutturale su Castello | Commenti disabilitati su IL NO dei cittadini di Castello al PIANO STRUTTURALE

LAVORATORI E ABITANTI PAGANO UNA CRISI CHE NON C’E’

Cosa Succede ?
A Castello, in via Reginaldo Giuliani 360, è ancora attiva la SEVES uno degli
stabilimenti produttivi del gruppo SEVES SPA , un’industria leader mondiale nel settore vetrario. Dal 2006 la Seves è controllata finanziariamente dalle società belga-statunitensi ERGON, VESTAR, ATHENA che hanno recentemente agitato lo spauracchio della “crisi” per aumetare i propri profitti. Una “crisi” in realtà inesistente, visto che Seves ha un fatturato di 480 milioni di Euro, ma che fa comodo agitare.
Cosa Vogliono Fare ?
I nuovi vertici aziendali hanno imposto un nuovo Consiglio d’Amministrazione a SEVES e vogliono chiudere lo stabilimento per portarlo all’estero. Una evidente manovra che ha come unico obiettivo quello di realizzare un doppio guadagno:
trasferire lo stabilimento dove il lavoro costa meno ( si parla della Repubblica Ceca ) e speculare sull’area in dismissione costruendoci alloggi.
Chi paga la loro “crisi” ?
La SEVES di Castello occupa circa 180 lavoratori che, nei piani del gruppo, sono destinati a perdere il lavoro seppur in tempi diversi a seconda della strategia che sceglierà l’azienda. Sono per ora partite le Casse Integrazioni per oltre 100 dipendenti. Lo spegnimento del forno segnerebbe la fine della produzione e la perdita del lavoro non solo per i dipendenti SEVES ma anche per i molti occupati nell’indotto in appalto; dipendenti Gemeas alla mensa, dipendenti Silva alle pulizie, dipendenti della Coop. Leonardo nella movimentazione carichi, ecc… .
Chi paga la dismissione ?
La chiusura di Seves lascerebbe sul territorio una grande area dismessa contigua alla già dismessa area ex-Cerdec. Un complesso di migliaia di metri cubi che fa gola alla speculazione edilizia. Il piano strategico del comune di Firenze prevede l’insediamento a Castello di
3.300 persone, praticamente un raddoppio dell’attuale popolazione, che nelle aree CERDEC e SEVES troverebbero il loro “spazio”.
Questa porzione di quartiere è una delle poche aree della città ancora non interessata da massicce concentrazioni abitative e dove permangono rapporti sociali da salvaguardare. L’area destinata ai nuovi insediamenti, tra via R. Giuliani, via Sestese e la fascia collinare delle Ville Medicee non può sopportare un tale carico urbanistico. Naturalmente le conseguenze le pagheremmo tutti con l’aumento del traffico e le difficoltà di parcheggio, inquinamento acustico ed atmosferico, riduzione di spazi verdi, aumento degli affitti e dei prezzi al metro quadro.

Visita il blog dei lavoratori Seves: sevesfiviva.blogspot.com

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