Il verde che non c’è: il giardino di villa Alexandra

In occasione della ristrutturazione di Villa Alexandra per la realizzazione di unità abitative, l’Amministrazione Comunale ha concesso un permesso a costruire alla Guelfa Costruzioni per la realizzazione di un parcheggio privato interrato sovrastato da un giardino pubblico in superficie nell’area della Villa prospiciente lo svincolo di Via Sestese con Viale XI Agosto. I lavori sono stati terminati a dicembre 2006 così come il giardino pubblico attrezzato con vialetti e panchine.

Il giardino è piccolo e con un accesso difficoltoso visto che il cancelletto d’entrata si trova direttamente su il vialetto pedonale che da’ su via Sestese ma rappresenterebbe una boccata d’ossigeno per gli abitanti vista la totale mancanza di spazi verdi pubblici e attrezzati nella zona.

Incredibilmente, nonostante sia una procedura semplice e che richiede poco tempo, dal 2009 ad oggi il Comune non ha effettuato il collaudo della struttura e quindi l’area è ancora chiusa agli abitanti con le panchine tristemente inutilizzate.

Quanto ci sarà ancora da aspettare ?


 

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Villa Il Chiuso

Proseguendo la nostra rassegna dei monumenti storici di Castello stavolta parliamo della Villa “Il Chiuso”.

La villa, di proprietà privata, è in via dell’Osservatorio ma è raggiungibile anche da via del Palazzaccio.

Situata nelle immediate vicinanze della nuova viabilità che collega via delle Panche con Careggi, corre il rischio, così come tutto il verde circostante, di venire soffocata dal cemento.

Originariamente appartenne ai Tommasi, per venire alienata nella seconda metà del Quattrocento ai Barbigi, che la tennero fino al 1599 quando andò tramite dote ai Palmezzini.

Probabilmente la costruzione dell’edificio odierno risale in larga parte a questo periodo, a parte le due più antiche torri colombarie. Passò poi ai Lambardi, ai Ganucci e, a fine del Settecento, ai Consolini. Nell’Ottocento finì nella tenuta della villa Reale di Castello, tramite lo Scrittoio delle Regie Possessioni.

Pervenuta poi agli Orsini, all’inizio del secolo passò alla famiglia De’ Pazzi, che in epoca recente l’ha fatta suddividere in più unità immobiliari.

Come suggerisce il nome, la proprietà è delimitata sui quattro lati: dalla dimora padronale, dagli edifici della fattoria e dal muro di cinta, con la centro il giardino.

La facciata principale presenta una scala a doppia rampa che porta al portale voltato; ai lati le due torri colombarie sono raccordate da un’ariosa loggia.

Un viale rettilineo, in asse col portale, porta al giardino all’italiana, con le tipiche aiuole geometriche delimitate da siepi di bosso, e al cancello; da qui anticamente la strada attraversava i campi fino alla strada pubblica.



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Ancora osservazioni al Piano Strutturale riguardanti Castello

Oltre a quella già segnalata, sono state presentate altre tre osservazioni al Piano Strutturale riguardanti l’abitato di Castello.   Ricordiamo che l’amministrazione comunale è tenuta a dare risposta alle osservazioni.

Osservazione 1 Osservazione 2 Osservazione 3

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Osservazione al Piano Strutturale riguardante Castello

La settimana scorsa è stata depositata presso l’Ufficio Urbanistica del Comune una osservazione al Piano Strutturale relativa al quartiere. Incentrata in particolare sulle aree dismesse (ex-Cerdec e ex-Star Color in via di Bellagio) e la zona a protezione (buffer zone) delle Ville Medicee e la fascia collinare a verde è stata supportata da circa 400 firmatari.

Di seguito il testo:

Al Sindaco del Comune di Firenze
Direzione Urbanistica  – Via Andrea del Castagno n. 3/e
50132 Firenze

Presa visione del Piano Strutturale del Comune di Firenze, adottato con deliberazione del Consiglio comunale n. 2010/C/00057 del 13 dicembre 2010 ai sensi della L.R. 1/2005, comprensivo della documentazione relativa alla Valutazione Ambientale Strategica (Rapporto Ambientale sulla Valutazione Ambientale Strategica – VAS) ai sensi della L.R. 10/2010, e pubblicato sul B.U.R.T. n. 2 del 12 gennaio 2011

Presentiamo osservazione e/o proposta di  emendamento al piano strutturale adottato

PER IL COMPARTO EX PRODUTTIVO TOTALMENTE DISMESSO DI VIA DI BELLAGIO

Premessa
In questi anni quello che potrebbe essere un borgo ricco di aree verdi e  piccoli pezzi di storia fiorentina, si è visto sottrarre molte delle  proprie risorse.  In meno di una decade sono state calate su Castello tonnellate di cemento,  ed ogni attività edilizia è stata un’occasione per aumentare i guadagni  di immobiliari e lobby del mattone.
Il nuovo piano strutturale della giunta Renzi viene presentato come “a volumi zero”,  basato sul recupero delle aree dismesse. Un intervento teso veramente al consumo di suolo zero  dovrebbe destinare le zone dismesse ad aree di compensazione per quanto  i quartieri hanno dovuto subire in questi anni, non prevedere di svendere il tutto  ad immobiliari, per ricavarne indietro qualche finto auditorium o striminzito giardinetto.

Nel borgo di Castello, ai piedi delle colline e delle Ville Medicee, sono presenti due grandi aree dismesse, circa  25 mila metri quadri.  Analizziamo cosa il piano strutturale prevede per queste che sono le uniche speranze  rimaste al quartiere per riavere indietro qualcosa di quanto finora sottratto. Continua a leggere

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Carnevale a Castello: alcune foto

Il Carnevale di Castello di Sabato 5 marzo è iniziato con l’arrivo dei carri nella piazza della chiesa del Sodo.
Qui grandi e piccoli si sono sfidati a colpi di giochi, coriandoli e stelle filanti.
Dopo il corteo colorato si è mosso per via Reginaldo Giuliani ed ha aperto i cancelli della ex-cCerdec: un’area dismessa da oltre quindici anni nel cuore del quartiere,  che potrebbe costituire una preziosa risorsa in termini sociali per gli abitanti.
Dopo la sosta nell’area il corteo è ripartito terminando a villa Reale con una merenda.
Un Carnevale che quindi, ha anche denunciato i tentativi di speculazione edilizia nel quartiere.
Una iniziativa completamente autorganizzata che è riuscita grazie al contributo di tutti/e coloro che hanno partecipato.

Sotto alcune foto dell’iniziativa
(se ne avete altre da mettere qui sul blog potete spedirle a: assemblea@csaexemerson.it)

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Il destino di Castello

Il destino di Castello

In questi anni quello che potrebbe essere un borgo ricco di aree verdi e  piccoli pezzi di storia fiorentina, si è visto sottrarre molte delle  proprie risorse.  In meno di una decade sono state calate su Castello tonnellate di cemento,  ed ogni attivita’ edilizia è stata un’occasione per aumentare i guadagni  di immobiliari e lobby del mattone.  Continua a leggere

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Il carnevale di Castello

csa Next Emerson presenta:

Carnevale di Castello
Tutti in piazza contro Madama Speculazione e Mr. Betoniera

Dalle ore 15.00 si parte dal parcheggio davanti alla chiesa del Sodo, in via delle Panche (Castello).
Giochi e animazioni di piazza, carri in maschera, giocolieri, equilibristi e musicanti.

Alle 20.00 tutti a cena al Next Emerson con Milonga in maschera a seguire!

“..erano figure grigie nell’aspetto
smunte pallide e tutte accidiose
Amavan passeggiare con un carretto
ricolmo di cemento e cose bituminose”

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Corruzione liquida

Dopo la società liquida, la vita liquida e la paura liquida, Bauman sarebbe lieto di sapere che nell’Italia postmoderna abbiamo dato vita anche alla corruzione liquida…

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Castello, la corruzione ora è “liquida”. Le motivazioni del rinvio a giudizio di Cioni, Biagi & Co.

di Alberto Statera per Affari e Finanza
Tratto da Altracittà

Archiviata la classica “mazzetta”, italico reperto storico ormai praticato soltanto nei bassi livelli, è adesso la “corruzione liquida” che furoreggia nelle alte sfere. La mazzetta è riservata all’usciere o all’impiegato di concetto che fa saltare una fila o mette in vista una pratica in cima alle altre. Per il resto, non più volgari passaggi di banconote come quei milioni di lirette che Mario Chiesa, il nonno di Tangentopoli, gettò nel gabinetto nel 1992 aprendo inconsapevolmente la strada alla presunta seconda repubblica che avrebbe di lì a poco inaugurato più sofisticati metodi corruttivi. Ma appalti truccati, incarichi, consulenze, assunzioni, nomine, carriere, favori, case, gioielli, festini, escort. L’inventiva della nuova corruzione sembra non avere limiti quando capita che qualche serata di sesso venga ricompensata con una poltrona ministeriale, un seggio in parlamento o in consiglio regionale. È con questa gelatina corruttiva che si trovano a fare i conti i pubblici ministeri, obbligati all’azione penale, che il presidente del Consiglio definisce pericolosi eversori. Se ne sono resi conto non solo i reprobi magistrati di Milano che accusano Berlusconi, ma anche i pm che in tutta Italia indagano su centinaia di casi di conclamata corruzione nei quali il mero passaggio di denaro contante è un accessorio rispetto alle altre forme “liquide” che hanno condotto l’Italia a una condizione neotribale. Si chiamano Giuseppina Mione e Gianni Tei i due pm fiorentini che, nel generale disinteresse, la scorsa settimana hanno chiesto il rinvio a giudizio di sette potenti e tre società per la vicenda della speculazione nell’urbanizzazione dell’area di Castello, una maledizione che incombe su Firenze da una trentina di anni e coinvolge amministratori del centrosinistra. Con Salvatore Ligresti, padrone attraverso la Fondiaria dell’area di 168 ettari tra l’autostrada e l’aeroporto dove vuole realizzare una nuova città, e il suo braccio destro Fausto Rapisarda, il rinvio è stato richiesto per l’ex senatore ed ex assessore Graziano Cioni, celebre per la guerra ai lavavetri, colui che oggi sarebbe stato probabilmente sindaco al posto del rottamatore del Pd Matteo Renzi, per l’altro ex assessore Gianni Biagi e per l’architetto Marco Casamonti. Non classiche mazzette, ma un lavoro in Fondiaria Sai per il figlio di Cioni, un appartamento per un’amica dell’assessore e altri vari benefici, tipo quelli cui ci ha abituato lo scandalo della Protezione civile con le case, le consulenze, gli arredi e i massaggi del sottosegretario Bertolaso, fanno coniare ai pm fiorentini la tipologia della “corruzione liquida” per sostenere nell’udienza preliminare anche le accuse di concussione e turbativa d’asta. Del resto, riferiscono le cronache, anche il milanese Pio Albergo Trivulzio, luogo topico della prima Tangentopoli ora al centro di una Affittopoli, con un patrimonio immobiliare di 1400 appartamenti, terreni agricoli, cascine, per un valore di oltre 400 milioni, si è aggiornato. A quanto pare, non più mazzette come quelle di chiesa, ma favori reciproci, tanti favori in nome del nuovo mantra: la corruzione liquida.

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Subvertising sul piano strutturale

Il Subvertising è un gioco di parole basato sull’unione dei termini advertise (pubblicità / pubblicizzare) e subvert (capovolgere, sovvertire). In pratica si cerca di smontare il senso veicolato dalle pubblicità per costruire un nuovo (e più vero) senso.
Di seguito pubblichiamo due cartoline distribuite dal Centro Sociale nEXt-Emerson all’incontro sul piano strutturale organizzato dall’Amministrazione comunale alle Murate sabato 19 febbraio


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Castello: le opere d’arte “minori”

Quasi tutti conoscono le ville Medicee di Castello. Non tutti conoscono altri edifici storici e di valore artistico disseminati nel quartiere. A volte scarsamente identificabili, a volte non adeguatamente valorizzati, spesso difficilmente visitabili e tutti a rischio se le previsioni del Piano Strutturale si concretizzassero. Iniziamo così un piccolo viaggio alla riscoperta di questi monumenti che, seppure considerati “minori” sono anch’essi parte del patrimonio storico e culturale del quartiere.

Cominciamo con il Tabernacolo dell’Olmo.
Il Tabernacolo dell’Olmo è situato in via Reginaldo Giuliani tra i numeri 489 e 491.
Si tratta di un grande tabernacolo costituito da un cappella-portichetto, usato come luogo di sosta e meditazione lungo l’antica strada regia che portava a Prato. Il nome deriva dal toponimo dell’Olmo a Castello, con cui era conosciuta la zona, probabilmente per via di una grande pianta che sorgeva lungo la strada.
Il tabernacolo venne fatto costruire dai Guidaci e dai Da Verrazzano che avevano proprietà nella zona. Venne affrescato nel 1437 da Paolo Schiavo con un’ “Annunciazione e Santi” staccata per ragioni di conservazione nel 1972 ed oggi conservata all’interno della chiesa del Sodo.
L’affresco, che si dispiegava su tre pareti e dal quale sono stati strappati i disegni utilizzati per la preparazione dell’affresco, mostra l’Annunciazione ai lati di un arco dove era incassato l’altare, con ai fianchi quattro santi e l’Arcangelo Michele mentre al centro è raffigurato Dio e la colomba dello Spirito Santo.

Il Tabernacolo dell'Olmo in via Giuliani

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